Note della memoria e il «doge» Domingo
Le opere di Palazzotto e Tutino. Il tenore è Simon Boccanegra, poi «Devereux», «Tosca», «Nabucco»
Itrent’anni dall’uccisione di Falcone e Borsellino, ma anche i 25 dalla riapertura del teatro, non potevano non segnare nel profondo la stagione 2022 del Massimo, nonostante che il nuovo cartellone sia quanto mai ricco di titoli lirici, concertisti e tournée internazionali. Il 12 maggio 1997 il sipario tornava ad alzarsi, tra l’altro a quasi un secolo esatto dall’inaugurazione che avvenne il 16 maggio 1897 con Falstaff; come 25 anni fa, saranno le note qui fortemente simboliche della sinfonia Resurrezione di Mahler a festeggiare la ricorrenza, diretta da Michele Mariotti. Il 23 maggio si ricorderanno invece i trent’anni dalla strage di Capaci, quando Giovanni Falcone fu assassinato assieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta: quel giorno la web tv del teatro trasmetterà One Minute of no Silence, una sorta di sinfonia di «minuti di non silenzio» creata unendo i contributi provenienti da artisti di tutto il mondo, invitati a comporre un minuto di musica; e alla sera il direttore musicale Omer Meir Wellber dirigerà la Messa da Requiem di Verdi.
La strage di Capaci non può scindersi da quella di Via d’Amelio, dove perse la vita Paolo Borsellino; era il 19 luglio del 1992 e il prossimo 19 luglio, al teatro di Verdura, andrà in scena Falcone e Borsellino.
L’eredità dei giusti, musiche di Marco Tutino e drammaturgia di Emanuela Giordano; sul podio Alessandro Cadario; l’opera, coprodotta con MiTo, il Regio di Torino e il Piccolo di Milano, verrà presentata in prima assoluta il 27 maggio al Regio. Falcone e Borsellino saranno uniti anche in Cenere: il 13 maggio sarà presentata la terza tappa dell’opera-inchiesta di Gery Palazzotto, che segue Le parole rubate e I traditori e che è stata musicata dal sovrintendente del Massimo, Marco Betta, da Fabio Lannino e Diego Spitaleri. Gli anniversari non segnano solo il cartellone dei concerti, ma anche quello
lirico: Emma Dante ambienta in una Palermo moderna il titolo inaugurale, Les vêpres siciliennes, versione grandopéra in cinque atti con i balletti dell’opera verdiana ispirata alla Sicilia e alle sue vicende di oppressione e rivolta; la regista palermitana aveva firmato per il teatro della sua città Feuersnot di Strauss, Gisela! di Henze e
Il 23 maggio
Sulla web tv del teatro la sinfonia di «minuti di non silenzio»: contributi da tutto il mondo
Macbeth. Sul podio Wellber, Selene Zanetti sarà la duchessa Hélène, Carlotta Vichi Ninetta, Piero Pretti Henri.
A settembre debutterà a Palermo una stella del podio quale Kent Nagano, atteso con Schubert e Bruckner, e un altro debutto memorabile è quello di Placido Domingo, che sarà Simon Boccanegra nello storico allestimento di Sylvano Bussotti portato poi nella tournée giapponese di giugno assieme alla Bohème interpretata da Angela Gheorghiu e Vittorio Grigolo; Domingo sarà anche direttore, in una Noche espanola sulle note di Albeniz, De Falla e Granados. Debutto italiano come Elisabetta per Maria Agresta nel Roberto Devereux diretto dallo specialista Roberto Abbado, e Puccini succede a Donizetti con Tosca, con Anna Pirozzi nel ruolo eponimo, Fabio Sartori come Cavaradossi e lo Scarpia del basso mongolo Amartuvshin Enkhbat, già applaudito a Palermo come Rigoletto. Dopo il Settecento di Cimarosa col Matrimonio segreto, si chiude ancora nel nome di Verdi col Nabucco diretto da Francesco Lanzillotta. Maria José Siri sarà Turandot, diretta in agosto da Daniel Oren al teatro di Verdura.