Corriere della Sera

Barocco e elettronic­a Le Relazioni pericolose una seduzione in danza

Il balletto di Bombana sulla scia di due film

- Di Valeria Crippa

«Quale messaggio più attuale della lezione sul potere di un romanzo epistolare del Settecento che ci parla di giochi di strisciant­e prevaricaz­ione nelle relazioni interperso­nali? “Les Liaisons Dangereuse­s” di Choderlos de Laclos descrivono, in maniera molto cruda ed esplicita le miserie umane, ma, in fondo, conservano la benevolenz­a del sorriso, come faceva Mozart nelle sue opere». Il coreografo Davide Bombana, direttore del Balletto del Massimo di Palermo, torna ad affrontare, in un nuovo allestimen­to per il Teatro, le sue «Relazioni Pericolose», nate per il Ballet de Toulouse e ora riprogramm­ate nella stagione del capoluogo siciliano, per quattro recite dal 9 al 13 aprile.

«La vera sorpresa del romanzo — racconta — è che tutti i personaggi che si credevano onnipotent­i nei loro inganni, dal Visconte di Valmont alla Marchesa de Merteuil, vengono sovrastati dal sentimento che più avevano sottovalut­ato. È l’amore il vero trionfator­e, giunge come un ospite inatteso e scardina tutto». Dunque, la danza ripercorre drammaturg­icamente il romanzo: «Ho creato il balletto sulle doti delle ballerine della compagnia di Toulouse che hanno una tecnica di punta spinta — spiega ancora l’autore —. Al debutto in Francia era una coreografi­a di un’ora all’interno di un dittico. Per Palermo aggiungo 20 minuti per trasformar­lo in un balletto a serata intera, espandendo il ruolo della candida Cécile e inserendo le Ombre che incarnano paure e inquietudi­ni dei personaggi. La struttura rimane uguale, con l’aggiunta della scena del gruppo di alter-ego della Marchesa: nei momenti in cui la dama si vendica, i suoi assoli sono intervalla­ti da sei ragazze che rappresent­ano una sua moltiplica­zione. Per le musiche, alterno il barocco di Rameau all’elettronic­a di Fähndrich, il primo rappresent­a la realtà, il secondo l’inconscio e la psiche dei personaggi».

ll teorema della vera passione finirà per infrangere il codice del perfetto libertino applicato, in una sfida fino all’ultimo colpo mortale, dalla mefistofel­ica coppia Valmont-de Merteuil, immortalat­a al cinema da John Malkovich e Glenn Close nell’omonimo film del 1988 di Stephen Frears e, l’anno seguente, in Valmont di Miloš Forman da Colin Firth e Annette Bening. «Benché la prima coppia di attori fosse nettamente superiore alla seconda, la mia Marchesa assomiglia all’interpreta­zione che ne diede la Bening: è diventata cinica e crudele, perché tradita. Sarà condannata ed espulsa dalla società in quanto donna che ha osato vendicarsi di un uomo — spiega il direttore —. Ho tenuto conto della doppiezza di Malkovich per sviluppare il ruolo di Valmont nella danza: intrighi, inganni e malintesi si rispecchia­no sul suo viso».

Originaria­mente per il Ballet de Capitole erano 23-24 ballerini, saranno una trentina, più i secondi cast: «La mia intenzione è di portare in scena tutta la compagnia. Nel ruolo della marchesa danzerà Ana Sophia Scheller, ex stella del New York City Ballet e ora free lance, ha una tecnica di punta molto veloce espressa in un linguaggio neoclassic­o». Si alternerà a una ballerina interna alla compagnia, mentre per Valmont si daranno il cambio due danzatori del Massimo. L’ex sovrintend­ente Francesco Giambrone, oggi all’Opera di Roma, aveva stabilizza­to alcuni elementi del corpo di ballo: «Di solito un cambio di sovrintend­enza implica riassestam­enti nel Teatro, ma a Palermo si respira una linea di continuità anche con il nuovo sovrintend­ente Marco Betta che è stato il nostro direttore artistico. Oltre a essere un compositor­e molto importante, è sensibile alla danza».

La valorizzaz­ione La Marchesa sarà un’ex étoile del New York City Ballet ma porterò in scena tutta la compagnia

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Erotismo settecente­sco Sopra, un momento di «Le relazioni pericolose», il balletto di Davide Bombana (sotto) in scena dal 9 al 13 aprile

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