Delitto e castigo
I rossoneri cercano di andare oltre la beffa con lo Spezia, gli arbitri ringraziano Serra pagherà l’errore contro il Milan: sosta forzata e B anche per proteggerlo Ibra: «Hai sbagliato come sbaglio io»
La rabbia non passa. Anche se è trascorso un giorno e mezzo, anche se è già ora di pensare al prossimo giro di giostra, e che giro, domenica sera con la Juventus. La testa di tutti in casa Milan è ancora lì, al minuto 92 della folle serata contro lo Spezia: troppo grave l’errore dell’arbitro Serra, che con quel fischio assurdo rischia d’aver compromesso non solo il piano scudetto rossonero, già parecchio in salita di suo, ma anche la corsa salvezza. Non che il colpevole se la passi meglio, anzi: l’Aia, che già giovedì sera aveva immediatamente ammesso l’errore con i dirigenti milanisti, lo fermerà per diverse settimane per poi retrocederlo almeno temporaneamente in serie B. Più che una punizione, il designatore Rocchi la considera una tutela nei confronti di un ragazzo che viene definito ancora provatissimo, che si è subito accorto dell’errore tanto da aver immediatamente chiesto scusa ai giocatori del Milan, già in campo. Dopo il caos di questi giorni, è il saggio ragionamento di Rocchi, un po’ di riposo e qualche partita con meno riflettori puntati gli farà bene.
Stasera però sarà al suo posto alla Var in Sassuolo-Cagliari, ottavi di Coppa Italia: una scelta precisa e condivisibile quella di confermare la designazione, già stabilita da giorni. La prova del fatto che i vertici arbitrali, pur ammettendo l’errore e prendendo gli inevitabili provvedimenti, fanno quadrato attorno al loro uomo, che con i suoi 39 anni è uno dei molti giovani del nuovo corso. Il messaggio è chiaro: il progetto di ricambio generazionale, necessario anzi inevitabile dopo che negli ultimi anni molti elementi esperti del calibro di Calvarese o Rocchi stesso hanno smesso per limiti di età, non subirà modifiche. Certo, la coperta è corta e l’esperienza limitata: si sapeva.
Tutti, dentro al palazzo arbitrale, a partire dal presidente Trentalange, hanno sinceramente apprezzato l’atteggiamento del Milan, con Pioli e i dirigenti che hanno evitato polemiche sguaiate. A colpire è stato però soprattutto il gesto di Ibrahimovic e di quattro-cinque suoi compagni, che nel dopo partita sono andati nello spogliatoio a rincuorare un Serra in lacrime e ancora sotto choc. Un’immagine che vale più di mille parole, specie di questi tempi, con i giovani arbitri sempre più spesso vittime di vergognose aggressioni durante le partite dei campionati giovanili o dilettantistici. È proprio per questo che sempre meno ragazzini scelgono di arbitrare. Una problematica ancora troppo sottovalutata e che per Trentalange è giustamente la battaglia più importante. È proprio a causa di questa crisi di vocazione e del conseguente buco nelle designazioni, per intenderci, che lo stesso Serra a settembre era andato a dirigere come volontario una partita di Terza categoria dell’hinterland torinese.
Le parole più intense, nella pancia di San Siro, sono arrivate da Florenzi e Ibrahimovic. Lo svedese, quasi coetaneo dell’arbitro, era fra i più colpiti: «Tranquillo, sbagli tu come sbaglio io» la sostanza del suo discorso. «Non crocifiggiamolo, probabilmente era quello più dispiaciuto di tutti» ha ribadito a MilanTv ieri Calabria, che ha poi puntualizzato un aspetto fondamentale: «Abbiamo sbagliato troppo». Bravo: fischio o non fischio, andava chiusa prima.