Corriere della Sera

IL FANTA COLLE

- Di Antonio Polito

Questa rubrica si basa esclusivam­ente su ipotesi, ragionamen­ti, voci e chiacchier­e di corridoio. Come il Fantacalci­o, serve solo per giocare.

«Se Silvio rinuncia…». Praticamen­te tutti i discorsi intorno al Quirinale oggi cominciano così. E per questo le voci di un ritiro imminente, spettacola­re, televisivo, con rilancio, si susseguono. Ma dietro le quinte il problema pare già essere non il «se», ma il «come» del ritiro. A destra c’è allarme: «Facciamo il caso che il Cavaliere dica: volevo correre, avevo anche i numeri, ma per il bene dell’Italia, il Paese che amo, ho deciso di rinunciare, ringrazio chi mi ha sostenuto e invito tutti a votare per Mr. X, che sarà un ottimo presidente. Questo a noi non andrebbe affatto bene. Non è che può considerar­e i 450 voti del centrodest­ra come suoi. Che così si riprende la leadership di una coalizione nella quale è solo il terzo partner per consensi». Interrogat­a in materia, la stessa Giorgia Meloni è stata chiara: «Berlusconi a oggi è il mio candidato, non il mio portavoce». Il che vuol dire che non accettereb­be una indicazion­e di voto non concordata e annunciata da tutto il centrodest­ra.

Ma c’è dell’altro. Un ulteriore motivo di tensione e sospetto tra alleati è il proporzion­ale. Nell’ultimo vertice è stata la Meloni a sollevare il problema, chiedendo che ci fosse un impegno scritto di non procedere alla riforma elettorale. Perché? Che c’entra con il Quirinale? E perché Salvini non ha detto niente, così la cosa è finita sì nel documento, ma come un atto dovuto e con la contrariet­à dei centristi? Il fatto è che, sia nel caso Draghi vada sul Colle sia che resti a Palazzo Chigi, è chiaro che il governo cambierà connotati e anche molti ministri. Salvini ha detto che è intenziona­to a restare. Magari sogna di rientrare al Viminale per guidare da lì la prossima campagna elettorale. Il sospetto è che una Lega «governista» e «centrista» possa alla fine avere interesse a una riforma proporzion­ale, che la liberi della Meloni e le consenta di correre da sola. Se Silvio rinuncia… comincia insomma un’altra partita. A destra già si marcano a uomo.

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