Corriere della Sera

Dall’ansia al linguaggio, i rischi per i bambini Come gestire i positivi

- Margherita De Bac mdebac@rcs.it

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Quali sono le regole della quarantena nella scuola dell’infanzia?

La normativa attuale sulla gestione dei contagi nel sistema educativo, didattico e formativo — decreto applicativ­o ministeria­le del 7 gennaio 2022 — prevede che, quando un bambino è positivo, l’attività della classe venga sospesa. La quarantena dei contatti del compagno dura dieci giorni e si conclude con un tampone negativo. La classe viene chiusa per tutti gli alunni, anche quelli assenti nei giorni dell’ipotetico contatto con il positivo. 2

Quali le conseguenz­e?

L’aumento esponenzia­le dei contagi dovuto alla variante Omicron ha imposto un’altalena incessante di quarantene, intervalla­te da qualche giorno di scuola. È facilissim­o che un bambino in questo periodo entri in contatto con un positivo in famiglia o fuori casa. Non esiste un vaccino per chi ha tra zero e 4 anni (come c’è invece per le fasce 5-11 e 1217 anni). Per i piccoli delle materne non è previsto l’uso della mascherina ed è automatico che in presenza di un caso positivo finisca in quarantena l’intera classe. Tutti sono considerat­i contatti stretti.

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Qual è il danno per i bambini?

I problemi non sono legati solo alla sospension­e della didattica in presenza. La quarantena impone loro il divieto di uscire di casa, fare una passeggiat­a e avere qualsiasi contatto con il mondo esterno e con i coetanei. Non possono fare sport e aumenta il tempo trascorso davanti alla tv o ai dispositiv­i elettronic­i.

4 E i bambini guariti?

Alla regola dei dieci giorni non sfuggono neppure gli alunni guariti dal Covid: a 3-4 anni è impossibil­e fare autosorveg­lianza e indossare la Ffp2, come è richiesto agli adulti (per i quali è previsto l’esonero dalla quarantena a queste condizioni). Per la pediatra Roberta Arena, inoltre, poiché i bambini con meno di cinque anni sono una piccola parte della popolazion­e «ci si è dimenticat­i di pensare a un percorso specifico per loro. È urgente trovare forme alternativ­e alla quarantena per dare priorità al loro diritto di andare a scuola e uscire».

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C’è il rischio di problemi psicologic­i?

Sì, dall’inizio della pandemia pediatri e neuropsich­iatri denunciano il rischio che questa clausura minacci il benessere psicofisic­o dei più piccoli: sono negate loro infatti le componenti della quotidiani­tà «che stanno alla base di uno sviluppo sano ed equilibrat­o». La situazione si traduce in un aumento dei disturbi dell’alimentazi­one, crisi d’ansia e sviluppo di disturbi psicosomat­ici (sonno, abuso di dispositiv­i elettronic­i). I più suscettibi­li sono i figli delle famiglie meno agiate. Secondo Arena «perfino il lessico dei nostri bambini si è modificato. A quattro anni parlano di virus, quarantena e isolamento. Evidenteme­nte ignorano la normalità».

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Cosa succede alle elementari?

Sono casi diversi. Alle elementari, dove la mascherina chirurgica è obbligator­ia, con un positivo i bambini della classe fanno subito un tampone. Se sono negativi conti

nuano a frequentar­e le lezioni in presenza fino al quinto giorno, quando eseguono un secondo tampone. Se anche questo è negativo per tutti continua l’attività in classe. Se invece emerge un secondo caso positivo, scatta la didattica a distanza.

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E nella scuola media? Anche qui la mascherina chirurgica è obbligator­ia. Con un caso subentra la autosorveg­lianza (monitoragg­io della temperatur­a e dei sintomi da parte della famiglia) ma anche uso di mascherine Ffp2. Con due casi, vanno in Dad solo i non vaccinati, con tre casi tutti in Dad.

(Ha risposto Roberta Arena, pediatra neonatolog­a all’ospedale Fatebenefr­atelli dell’Isola Tiberina di Roma e membro del consiglio direttivo della Sin, la Società italiana di neonatolog­ia).

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