Su i contagi tra i più piccoli Procedure complicate per tamponi e quarantene Boom di casi in Lombardia
Alle primarie in dad 1 su 10: situazione migliore rispetto alle superiori L’ipotesi di distinguere anche con i bimbi tra chi è vaccinato e chi no
Che cosa fotografano i dati della prima settimana di scuola del 2022 sarà oggetto di discussione. Per la Cgil sono opachi, per il sindacato Gilda riduttivi del disagio (delle scuole e delle famiglie), per i partiti della maggioranza invece sono confortanti. Di certo hanno lasciato di stucco molti genitori dei bambini più piccoli, che dall’autunno scorso sono alle prese con interruzioni della scuola e quarantene a casa da gestire. Tra i più piccoli è in quarantena il 9 per cento, all’incirca un bambino su dieci. È comunque il doppio di quanto misurato il primo giorno dopo le vacanze di Natale (sempre dati del ministero, forniti da Bianchi in conferenza stampa il 10 gennaio), quando gli studenti malati o in quarantena erano appena il 4,5 per cento. Del resto i dati sulla diffusione del virus tra i più piccoli sono in crescita esponenziale e lo sono stati anche a scuole chiuse. Sono esplosi in Lombardia dove, secondo l’ultimo report sulla diffusione del SarsCoV-2 nelle scuole stilato dalla Direzione generale Welfare e trasmesso all’Ufficio scolastico e alle Ats, la scorsa settimana si sono impennate le curve relative alle fasce d’età 6-10 anni e 3-5 anni, con un incremento dei contagi del 37% e dell’80%. Al contrario dei dati relativi agli studenti della fascia 14-18 che hanno fatto registrare una diminuzione del 20 per cento rispetto alla settimana precedente.
Come si spiega allora che, in percentuale, tra i bambini sono meno quelli confinati in casa rispetto ai loro compagni più grandi di medie e superiori? Una causa di questa discrepanza potrebbe essere data dal fatto che il monitoraggio del ministero ha riguardato circa la metà dei bambini, solo quelli iscritti alle scuole dell’infanzia statali e non quelli delle scuole comunali o private, che sono oltre un terzo. Sono 691 mila coloro che sono stati inseriti nel report su oltre 1 milione e trecentomila iscritti totali. Dunque i 62.539 bambini in quarantena sono un numero largamente sottostimato.
Ma anche per quanto riguarda le elementari i dati forniti da Bianchi sono inaspettatamente positivi rispetto alle segnalazioni dei presidi: il 10,9 per cento è a casa in
Dad, poco più di uno su dieci. I numeri assoluti misurati dal ministero indicano che su 1.902.883 alunni 207.937 sono in Dad. Ma non è soltanto questione di numeri e di percentuali. La questione che in questi giorni ha innervosito i presidi e risulta pesante per i genitori riguarda le procedure per i tamponi, i controlli e le quarantene, quei dieci giorni chiusi in casa inframmezzati da tamponi anche quando si è senza sintomi e si sta benissimo. Anche la Dad alle elementari richiede la presenza di un adulto che affianchi i bambini più piccoli collegati con la maestra.
È tuttavia difficile che le regole diventino meno stringenti. «Ho segnalato al ministro Speranza la richiesta di semplificazione», ha spiegato Bianchi. È possibile che, se ci sarà il via libera del garante della privacy, si possa tornare in classe con il tampone negativo senza passare da Asl o medico di base. Ma l’ipotesi di ridurre la quarantena o il numero di tamponi per ora lascia troppi dubbi a medici ed esperti. «C’è anche una questione che riguarda le Regioni: le singole Asl danno letture differenziate delle regole e delle linee guida», ha detto ancora Bianchi. Potrebbero esserci chiarimenti nei prossimi giorni per rendere omogenea l’applicazione dei protocolli. Non si segnalano particolari problemi con le mascherine Ffp2 previste per il personale delle materne. Anzi, è possibile — ha promesso il ministro — che arrivino anche nelle scuole medie e superiori per le classi in autosorveglianza.
Per le elementari si discute se applicare la stessa distinzione tra vaccinati e no che si applica per le scuole secondarie. I vaccinati potrebbero cioè restare in classe in autosorveglianza se c’è un solo contagio. Ma la percentuale è comunque ancora così bassa che la modifica avrebbe effetti marginali. Degli alunni delle elementari il 5,17 per cento ha ricevuto le due dosi mentre uno su quattro (25,1 per cento) ha fatto la prima e nel giro di tre settimane al massimo sarà immunizzato.