Verdone, elogio ai prof: «Sono degli eroi»
«Iprofessori sono degli eroi, ci vorrebbe più rispetto per loro, andrebbero tenuti in grande considerazione perché almeno sulla carta fanno il mestiere più bello del mondo», riconosce loro Carlo Verdone, che l’altro giorno era l’ospite d’onore di una tavola rotonda online sui giovani e il Cinema con il Club dei Docenti di Treccani Scuola. Cercando in qualche modo di confortare la categoria, più che mai sotto pressione ai tempi del Covid, frastornata da didattica in presenza, a distanza o mista, tra lezioni, compiti e protocolli di sicurezza. «Cosa c’è di più importante che crescere le generazioni future? Gli insegnanti sono gli allenatori dei giovani di domani». Questo in un mondo ideale: «Purtroppo nella realtà ci sono troppe cose che non vanno e i professori vivono molte frustrazioni, anche economiche», ha subito aggiunto l’amatissimo attore e regista romano (indimenticabile il suo triste e goffo Piero detto «er Patata» di Compagni di scuola, prof di lettere in un liceo privato, afflitto dalla tremenda moglie Cinzia sempre in «vestagliaccia»). «Se non ho letto male, i nostri insegnanti guadagnano 700 o anche 1.000 euro in meno della media europea e questo non va bene», ragionava Verdone, che molti avrebbero voluto come sindaco della Capitale e qualcuno adesso anche come presidente della Repubblica. «Vorrei tanto aver diretto L’Attimo fuggente, film strepitoso, ma se dovessi girarne uno io sulla scuola, scriverei la storia di un
Il rispetto e gli stipendi
Ci vorrebbe più rispetto per loro. Dal punto di vista economico ad esempio è ingiusto che prendano 700 euro in meno rispetto alla media europea
professore e del suo rapporto con gli studenti». Anche loro provati dalla lunga pandemia. «Questi ragazzi hanno perso quasi due anni di vita scolastica, tra confusione e depressione. L’ansia è il vero male di questo periodo». In una società complicata, in cui si sta disintegrando anche la certezza della famiglia. «Io sono stato fortunato, ho avuto alle spalle una famiglia vera, comica ma anche seria, che mi ha insegnato a stupirmi e a capire il bello». Suo padre Mario Verdone è stato un colto critico cinematografico e docente universitario di Storia e Critica del film. «Era un professore molto amato dai suoi studenti, riusciva ad appassionarli, mai noioso, molto affettuoso, da lui potevi sempre imparare qualcosa, anche quando stava zitto». Severo ma non troppo. «Papà non bocciava nessuno, al limite dava un diciotto. Uno dei pochi disgraziati ad essere stati bocciati da lui sono stato io».