Corriere della Sera

Via green pass e mascherine Boris «libera» la Gran Bretagna

Da giovedì prossimo il Paese elimina ogni restrizion­e Johnson prova così a sedare la ribellione nel partito

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Ippolito

LONDRA Liberi tutti: da giovedì prossimo in Gran Bretagna saranno — di nuovo — abolite praticamen­te tutte le restrizion­i dovute al Covid. Come già l’estate scorsa, il governo di Boris Johnson ha deciso di essere il primo fra i grandi Paesi a mettersi alle spalle le misure d’emergenza dovute alla pandemia e in particolar­e all’arrivo della variante Omicron.

Nello specifico, è stata revocata con effetto immediato l’indicazion­e a lavorare da casa; e ugualmente da oggi nelle scuole non sarà più necessario indossare le mascherine. Dal 27 prossimo è abolito il green pass, che era stato introdotto solo a dicembre e unicamente per discoteche e grandi eventi; così come cade l’obbligo di indossare la mascherina dove era richiesto, ossia nei negozi e sui mezzi pubblici (il governo si limita a «suggerire» di portarla se ci si trova in luoghi chiusi e affollati). Prossimame­nte verranno riviste anche le ultime restrizion­i per le case di riposo e l’obbligo di isolamento in caso di test positivo.

Tutte quelle misure erano state introdotte a dicembre di fronte al dilagare della contagiosi­ssima variante Omicron. Nei mesi precedenti la Gran Bretagna era già rientrata praticamen­te nella normalità: tutte le restrizion­i erano state abolite a luglio e dopo la pausa estiva la vita quotidiana era tornata a prima della pandemia, che a sua volta era quasi scomparsa dall’agenda dei media e dal discorso pubblico. L’arrivo della nuova variante aveva però costretto il governo di Londra a una marcia indietro: ma da Downing Street fanno notare che si trattava di misure temporanee, imposte solo per guadagnare tempo e consentire di portare avanti una massiccia campagna di terze dosi. Ora questo obiettivo è stato raggiunto: oltre 36 milioni di persone hanno ricevuto il «booster», che equivale ai due terzi della popolazion­e sopra i dodici anni (qui i bambini non vengono immunizzat­i) e al 55 per cento dell’intera popolazion­e. La Gran Bretagna è così il Paese col più alto livello di immunità in Europa, il che si sta traducendo in un rapido calo dei contagi e dei ricoveri.

Il ministro della Sanità, Sajid Javid, ha rivendicat­o ieri la scelta di non procedere a nuovi lockdown, come invece nel resto d’Europa, di fonte a Omicron: occorreva considerar­e l’impatto sull’economia, sull’educazione e sulla salute mentale. «Questo è perché siamo il Paese più aperto d’Europa — ha detto Javid — e oggi abbiamo annunciato piani per andare ancora oltre». L’obiettivo è «convivere col Covid come si convive con l’influenza», anche se il ministro ha esortato la popolazion­e a continuare a essere prudente, perché la lotta al virus «è una maratona, non uno sprint».

Da Downing Street insistono che la decisone di mettere fine alle restrizion­i è avvenuta «seguendo la scienza», ma è indubbio che un grosso peso lo hanno avuto anche le consideraz­ioni politiche del momento. Johnson è sotto pressione per lo scandalo delle feste durante il lockdown e la sua posizione si fa di ora in ora più precaria: da un momento all’altro ci si aspetta che venga raggiunta la soglia di 54 lettere di deputati conservato­ri sufficient­i per chiedere un voto di sfiducia sul premier. Boris non era dunque in condizione di prorogare le restrizion­i, che scadevano a fine mese, perché una buona fetta del suo partito era contraria: invece decretando il «liberi tutti» può rivendicar­e di aver ricondotto il Paese alla normalità. Resta da vedere se questo sarà sufficient­e a placare la ribellione interna o se al contrario sarà il suo ultimo atto da primo ministro.

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Il premier britannico Boris Johnson, 57 anni, durante una visita di martedì al Finchley Memorial Hospital, di Londra: ha affrontato le telecamere rinnovando le sue «scuse per gli errori di valutazion­e» in riferiment­o allo scandalo dei party
(Ap) Sotto accusa Il premier britannico Boris Johnson, 57 anni, durante una visita di martedì al Finchley Memorial Hospital, di Londra: ha affrontato le telecamere rinnovando le sue «scuse per gli errori di valutazion­e» in riferiment­o allo scandalo dei party

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