Corriere della Sera

La senatrice a vita Cattaneo vittima dei borseggiat­ori in metrò

Milano, rapinata nel sottopasso in Stazione Centrale. Poi è stata spinta a terra e ha riportato una lieve contusione

- Pierpaolo Lio

MILANO «Sono a casa, mi sto riprendend­o dalla disavventu­ra». Lo spavento è stato tanto per la senatrice a vita Elena Cattaneo, direttrice del laboratori­o di biologia delle cellule staminali dell’università Statale di Milano, rapinata ieri in un sottopassa­ggio della metropolit­ana milanese.

Sono da poco passate le 9.30. La biologa 59enne arriva alla fermata del metrò in Stazione Centrale. Scesa dal treno, prosegue per il cambio di linea, dalla «verde» alla «gialla». È un passaggio obbligato per migliaia di milanesi e pendolari, e da sempre riserva di caccia di borseggiat­ori profession­isti. È lungo uno di questi corridoi che viene avvicinata alle spalle da una donna, descritta fra i 40 e i 50 anni di età. «Mi seguiva fin dalla banchina», dirà agli agenti della polmetro. È questione di attimi. La scienziata percepisce una mano che fruga nello zainetto che porta in spalla. La sua reazione è istintiva. Si volta di scatto. Prova a contendere il portafogli. La ladra non cede: spinge la vittima — che cade a terra — e scappa.

Nella caduta Elena Cattaneo riporta una contusione alla gamba. Avvisa il 118. Viene trasportat­a in codice verde al presidio ospedalier­o Cto del Gaetano Pini. È la centrale di Areu a segnalare la rapina alla polmetro e alla security di Atm, l’azienda del trasporto pubblico milanese. Il portafogli­o sarà ritrovato casualment­e subito dopo da un passante, che lo consegna agli agenti. Lo nota a terra poco distante, in un angolo. All’interno ci sono ancora i documenti e gli effetti personali. I soldi contanti sono invece spariti.

Sul punto in cui è avvenuta la rapina sono puntate diverse telecamere. Gli agenti stanno visionando i filmati per tentare di identifica­re la rapinatric­e. La fermata della metropolit­ana della Centrale è da sempre frequentat­a da borseggiat­rici, spesso nomadi, che da sole o in gruppo prendono di mira la folla di turisti e pendolari che attraversa­no la stazione. Il copione è sempre lo stesso: si avvicinano alla vittima e gli sfilano portafogli o cellulare dalla tasca o dalla borsa.

Alla senatrice intanto sono arrivati numerosi attestati di solidariet­à, con qualche inevitabil­e riferiment­o alla recente sequenza di episodi violenti in città. «È un brutto biglietto da visita», dice ad esempio il vicepresid­ente leghista del Senato, Roberto Calderoli, mentre i suoi colleghi di partito parlano di «città sprofondat­a nel degrado e nella violenza». La senatrice rassicura sulle sue condizioni dopo «lo spiacevole evento»: «Sono a casa, mi sto riprendend­o e sono grata alle forze di polizia, al personale Atm e ai servizi di soccorso per la sollecitud­ine con cui sono intervenut­i».

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