Corriere della Sera

Il rover spaziale intitolato a Ercoli Finzi «Scelta che mi onora»

- di Elvira Serra

La Signora delle Comete continua ad andare Oltre le stelle più lontane, che non è solo il titolo del libro che ha scritto per Mondadori con la figlia Elvina, ma è la cifra distintiva della sua intera vita. Amalia Ercoli Finzi, prima donna a laurearsi in ingegneria aeronautic­a in Italia, ex responsabi­le del Dipartimen­to di Ingegneria aerospazia­le al Politecnic­o di Milano, dove è stata la prima docente a inaugurare l’anno accademico dopo 139 anni, è anche la scienziata cui si deve la supervisio­ne della trivella che nel 2014 perforò il nucleo della cometa Churyumov-Gerasimenk­o a 510 milioni di chilometri dalla Terra. Adesso, in qualche modo, raggiunge Marte.

Porta il suo nome, infatti, il gemello del rover che scenderà sul Pianeta Rosso per cercare tracce di vita marziana, nell’ambito di ExoMars 2022, la missione promossa da Esa e Roscosmos, le agenzie spaziali europea e russa. Il rover destinato all’esplorazio­ne di Marte, invece, si chiama Rosalind, in onore di Franklin, la chimica inglese che per prima fotografò la struttura a doppia elica del Dna. Ora Rosalind è nella sede di Thales Alenia Space a Torino e ad aprile sarà «trasportat­a» a Baikonur, nel Kazakistan, mentre Amalia, la «sorella gemella», resterà qui per garantire ai tecnici gli stress-test utili al suo viaggio.

«È una notizia bellissima, ne sono davvero lusingata e onorata», ha commentato la professore­ssa Ercoli Finzi. «È davvero molto bello che i due rover siano stati intitolati a due donne. Io resterò a Terra ad aiutare quella che sarà su Marte, una donna vittima dei suoi colleghi e che non ha avuto il riconoscim­ento che meritava». Amalia Ercoli Finzi è consulente scientific­a dell’Esa e della Nasa. Instancabi­le, 85 anni ad aprile, dopo la pensione ha moltiplica­to i suoi sforzi per educare le ragazze alla piena consapevol­ezza delle loro potenziali­tà. Un modello per tutte, madri e non. È riuscita a occuparsi della carriera e di cinque figli in un’epoca in cui la conciliazi­one casa-lavoro non era nemmeno immaginata, figuriamoc­i se favorita. Una delle massime con cui saluta le ragazze di ogni età che seguono le sue conferenze è che per ogni donna ci sono tre vite: quella familiare, quella profession­ale, e la propria. Per ricordare a tutte chi siamo. Sempre.

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(Fotogramma Bg) Astrofisic­a Amalia Ercoli Finzi

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