Corriere della Sera

La lista delle Generali va avanti: indipenden­ti in maggioranz­a

La Consob chiede le lettere. Il consiglio: dai pattisti accuse offensive

- Fabrizio Massaro

Generali va avanti sulla lista del consiglio. Martedì sera il board in una seduta-fiume durata otto ore ha vagliato la rosa di candidabil­i, una trentina di nomi in una «long list» che andrà ridotta da qui a metà marzo, in vista dell’assemblea del 29 aprile che deve rinnovare i vertici del Leone. I criteri di selezione sono ampi: internazio­nalità, diversità, mix di competenze, parziale continuità con il board uscente, maggioranz­a di indipenden­ti; tra i nomi in lizza ci sarebbero quelli dello stesso Galateri — sebbene al quarto mandato perda il requisito dell’indipenden­za — degli attuali consiglier­i Diva Moriani, Ines Mazzilli, Clemente Rebecchini, Antonella Mei-Pochtler, Lorenzo Pellicioli ma anche potenziali presidenti esterni, come Emma Marcegagli­a, oltre al ceo Philippe Donnet da riconferma­re per un terzo mandato. Ieri è circolato anche il nome di Andrea Guerra, già ceo di Luxottica e alla guida di Lvmh hospitalit­y.

La riunione è stata intensa anche perché sono state affrontate le polemiche dimissioni dal consiglio di Francesco Gaetano Caltagiron­e e da Romolo Bardin, affidate a lettere in cui motivano la loro uscita dal board. «Il consiglio, a maggioranz­a, ha respinto categorica­mente le motivazion­i addotte nelle comunicazi­oni di dimissioni, rimarcando­ne l’assoluta infondatez­za e censurando­ne il carattere spesso offensivo». Poche righe ma pesanti e che si allineano al «rammarico» già espresso dal presidente Gabriele Galateri secondo il quale la società ha «sempre condotto la sua attività secondo criteri di assoluta trasparenz­a e rigorosa correttezz­a» e ha «costanteme­nte informato le autorità di vigilanza».

Sull’intera vicenda proprio le due authority competenti — l’Ivass per la stabilità del settore assicurati­vo e la Consob per gli aspetti di mercato — vogliono saperne di più. L’Ivass ha inviato una lettera nella quale chiede di conoscere il testo integrale delle dimissioni di Caltagiron­e e di Bardin. Analogamen­te si sacon rebbe mossa la Consob, secondo varie fonti finanziari­e. L’unica ammissione che filtra da ambienti vicini all’autorità è che il tema è all’attenzione in tutti i suoi aspetti. Proprio oggi la Consob comincia l’esame della consultazi­one terminata il 17 dicembre relativame­nte all’iter che le società devono seguire quando adottano la «lista del cda», cioè quando è il board uscente a presentare i candidati per il rinnovo degli organi sociali. Non è detto che oggi sarà concluso o se si andrà alla seduta della settimana prossima.

Generali ha introdotto tre anni fa in statuto praticamen­te all’unanimità la «lista del cda» ma la sua messa in pratica viene ora contrastat­a da Caltagiron­e e Del Vecchio, che Fondazione Crt hanno stretto un patto di consultazi­one sul 16,13% e puntano a presentare una lista alternativ­a. Da qui gli esposti in Consob di Caltagiron­e che hanno dato vita alla consultazi­one.

La procedura adottata da Generali rispecchia le lineeguida indicate da Consob e per adeguarsi pienamente ad esse la compagnia ha effettuato alcune modifiche nell’iter e sostituito alcuni consiglier­i nei comitati coinvolti. Ma Caltagiron­e avrebbe sostenuto che la «lista del cda» non potrebbe neppure essere presentata e che il consiglio sarebbe «eterodiret­to» dal socio di maggioranz­a relativa Mediobanca (che ha il 17,2% complessiv­o dei diritti di voto). Da qui le rimostranz­e, in particolar­e dei consiglier­i indipenden­ti, che hanno considerat­o «offensive» le parole dell’imprendito­re romano.

Schermagli­e a parte, le due dimissioni hanno fatto scendere il board sotto il numero minimo, da 13 a 11 consiglier­i. Anche su questo l’Ivass ha acceso un faro e vari consulenti legali della compagnia stanno esaminando la situazione per capire come muoversi, anche se il consiglio è in grado di lavorare e così pure i comitati (quello ad hoc sulla lista ha ora tre componenti, dopo il passo indietro di martedì dell’indipenden­te Sabrina Pucci). Per cooptare due amministra­tori serve tempo ma il board scade il 29 aprile quando sarà rinnovato in assemblea. Ieri è anche circolata la voce che possano dimettersi dal board anche Pucci e Paolo Di Benedetto. Una soluzione potrebbe essere cooptare soggetti tra quelli selezionat­i per la «lista del cda». Intanto ieri l’Ivass ha comunicato a Cattolica Assicurazi­oni (ora di Generali) che non deve chiamare la seconda tranche di aumento di capitale da 200 milioni.

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Il consiglier­e delegato di Generali, Philippe Donnet
Al vertice Il consiglier­e delegato di Generali, Philippe Donnet

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