La sfida alla fibrosi Dompé entra in Engitix
ROMA «L’urgent computing». La capacità di estrarre molecole target utili all’individuazione di farmaci contro alcune malattie rare, come la fibrosi, grazie alle straordinarie capacità di calcolo del Cineca di Bologna. Un supercomputer unito a una biblioteca di miliardi di molecole, usato anche contro la pandemia Covid, che stavolta è l’innesco di un investimento da parte del gruppo Dompè in un’azienda biofarmaceutica britannica, la Engitix, che possiede una sofisticata banca dati di tessuti di pazienti afflitti da patologie oncologiche. Un salto quantico nella medicina personalizzata, ora alla prossima sfida del quantum computing utile
anche in chiave di protezione dei dati sensibili sanitari contro le intrusioni informatiche, che promette sviluppi potenzialmente rivoluzionari nello studio di patologie rare, come quella riferibile al fenomeno della deposizione di matrice extra-cellulare umana, tipico della fibrosi. Di combattere, con proteine bersaglio, i tumori del fegato e del pancreas già in fase metastatica. La sfida è la comprensione dell’interazione proteina-proteina decisiva per lo sviluppo di nuovi farmaci. Dompé possiede questa biblioteca, chiamata Exscalate, che può essere usata come bacino potenzialmente infinito di molecole adatte per qualsiasi patologia.
Engitix fornisce un possibile punto di approdo, per questo Dompé ha deciso di aderire a un round complessivo di investimento da 54 milioni di dollari, per far crescere questa realtà britannica insieme all’investitore-azionista Netherton Investments, il fondo che investe per conto di Mike Platt, co-fondatore di BlueCrest Capital. L’accordo consente a Engitix di evolvere da piattaforma tecnologica ad azienda biofarmaceutica con una pipeline di prodotti, mentre Dompé beneficerà dei risultati clinici e commerciali e delle royalties sui prodotti commercializzati sviluppati durante la collaborazione.