Tutta la forza di Brecht in quel viaggio nel deserto
La sorpresa è un nome antico: per niente affatto antico ma che oggi tale appare: Bertolt Brecht. La conferma è Walter Pagliaro: pur tra le sue (immagino) difficoltà produttive, resta il maggiore allievo di Strehler. È un uomo di settant’anni, un regista pugliese che divenne milanese alla scuola del Piccolo.
Con chi torna in scena Pagliaro se non con Brecht? Non solo: in un teatro di ridotte dimensioni, il teatro Basilica di Roma (ma lo spettacolo ora è in una chiesa bellissima, La Vallisa di Bari); e con uno dei drammi brechtiani del 1930, i Lehrstücke, i drammi didattici: i drammi scritti nel caos della Repubblica di Weimar, lo stesso caos rappresentato da Giancarlo Sepe, in tutto diverso stile, nel suo Germania anni 20.
I drammi didattici furono per l’autore un modo di mettere ordine, di semplificare senza tradire, di ridurre all’osso quanto intendeva trasmettere. O meglio, cercando di capire, lui stesso (lo stesso insegnante) quanto e a proposito di cosa era giusto educare: insomma, insegnante e scolaro sullo stesso piano, l’uno pari all’altro. Il messaggio, chiamiamolo così, era opposto: non esservi mai parità, esservi invariabilmente un forte e un debole o, per essere precisi, uno sfruttatore e uno sfruttato. Sono parole antiche e che tali apparivano cento anni fa. Ma Brecht voleva renderle antiche fino in fondo, volle decontestualizzarle, toglierle via dalla storia, da quei caotici anni tedeschi che annunciavano gli anni i più tragici della storia europea. Il mezzo gli fu offerto dalle traduzioni in tedesco di Elisabeth Hauptmann dei drammi No giapponesi.
Brecht spogliò tali traduzioni di ogni orpello ed ecco Le linee di condotta o L’eccezione e la regola, il dramma da Pagliaro messo in scena. È la storia di un mercante che con un portatore e una guida si appresta ad attraversare un deserto della Mongolia per arrivare prima dei concorrenti a un pozzo di petrolio.
Il viaggio è a tappe forzate, quei concorrenti sono sempre alle spalle. Non si può cedere di un millimetro. Quando il mercante si accorge che la guida è gentile con il portatore, la licenzia. Rimasti soli, uno di fronte all’altro, le difficoltà (umane) aumentano. Il mercante è stremato, la guida gli offre una borraccia d’acqua, il mercante supponendo sia una pietra, uccide il compagno di viaggio.
Il punto focale del dramma didattico è nel processo. Il giudice ritiene che la regola sia la violenza, la bontà è l’eccezione, dunque la reazione del mercante fu legittima difesa. La bellezza (la forza) dello spettacolo di Pagliaro sta nell’aver riempito di senso una scena spoglia (povera): non vi sono che vecchie valigie e casse da trascinare e poi un telo di plastica per indicare un fiume da traversare; e poi una scrivania da cui giudicare. Vi sono — donne più forti degli uomini — sei attrici dalla incantata ma sempre limpida (straniata) dizione, e senza tregua in movimento: Rita Abela, Martina Carpi, Valeria Cimaglia, Micaela Esdra, Giada Lorusso e Silvia Siravo.