Due cuccioli (quasi amici) star della fiaba ambientalista
Il regista animalista francese Gilles de Maistre, con la moglie sceneggiatrice di psicologie a quattro zampe, dopo Mia e il leone bianco (31 milioni di dollari) si è trasferito in Canada, per un quasi sequel, Il lupo e il leone, girato in 15 mesi, stile la natura e le sue mille meraviglie.
Si tratta di far convivere, nell’idea di cinema bio a lieto fine ambientale, un cucciolo di leone e uno di lupo ospiti nella capanna di una giovane musicista, orfana di nonno, in attesa di una prestigiosa carriera cui rinuncerà per amore dei suoi cuccioli, sulla cui integrità la produzione ha molto lavorato, al punto di lasciare liberi gli animali e di chiudere in grandi gabbie la troupe che li riprendeva. In aiuto alla ragazza, dopo che mamma lupa viene lasciata al suo destino, arriva da Balla coi lupi
l’indiano Graham Greene, non parente dello scrittore: insieme difenderanno i cuccioli Mozart e Dreamer, che vanno d’accordo e ancora oggi vivono felici e contenti. I nemici sono gli scienziati senza scrupoli e un circense che mette sotto contratto il leone senza pagare i contributi.
I buoni, con forze della polizia, salveranno gli animali e l’equilibrio forestale complici dei ragazzi cui il piacevole racconto morale è diretto, con un forte messaggio di alleanza nello sviluppo dell’inedito rapporto affettivo tra i due cuccioli che hanno avuto fiducia nelle telecamere e nella specie dei cinematografari pronta ad adattare la vicenda alle relazioni di due animali potenzialmente avversari: è un po’ il messaggio di Quasi amici.