Sì al drive in per il voto dei positivi. Ora arriva il decreto
Il lodo di Fico approvato dai capigruppo della Camera. Il governo prepara la norma sugli spostamenti
ROMA Drive in Quirinale. I parlamentari positivi asintomatici potranno esprimere la preferenza per il nuovo capo dello Stato, in automobile, nel parcheggio alle spalle di Montecitorio in via della Missione. È l’ultima mediazione sul voto ai grandi elettori positivi asintomatici o in quarantena chiesto dal centrodestra. Un escamotage tecnico individuato ieri nella capigruppo della Camera, dal presidente Roberto Fico, per assicurare sicurezza e segretezza di un voto che sarà contestuale con quello in Aula.
Ma servirà un decreto legge per consentire ai parlamentari di spostarsi dalla propria residenza e raggiungere la Capitale per il voto. Il governo lo sta preparando in queste ore. Eseguendo alla lettera il doppio ordine del giorno della
Camera che lo impegna a rimuovere gli ostacoli posti dalla norma sul super green pass. Sarà superato così anche il nodo degli spostamenti verso Roma. Il testo del decreto ad hoc dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri e consentirà solo ai grandi elettori ed esclusivamente in occasione di questa votazione ciò che agli altri non è permesso: uscire dall’isolamento. Ma tra mille cautele.
I grandi elettori asintomatici dovranno raggiungere il Parlamento con mezzi propri, non con trasporti pubblici. Avranno sempre l’obbligo di mascherina Ffp2. E dovranno spostarsi da domicilio a domicilio senza fermarsi. Come domicilio potrebbe essere scelto uno degli alberghi intorno alla Camera. Ancora incerto se sarà trasformato in vero e proprio Covid hotel.
Ora sono 19 i deputati e 15 senatori positivi. Lunedì se ne stimano una ventina. La norma riguarderà il ristretto nucleo degli asintomatici. Ma il principio della norma ad hoc, che ha sollevato già le perplessità dei dem e dei Cinque Stelle, scatena la protesta degli ex M5S, di Alternativa: «A Montecitorio si è consumato l’ennesimo strappo tra la politica e il Paese reale. La casta ha voluto scavare un solco più profondo tra se stessa e i cittadini», tuona Raffaele Trano.
Intanto alla Camera gli operai sono al lavoro per smontare la postazioni in cui i deputati hanno finora votato. Nel cosiddetto «corridoio dei passi perduti» tornerà la stampa e i crocicchi pre-voto.