Mattarella, sostegno al Csm Poi il saluto: «Buon lavoro con il nuovo presidente»
Ri-nominati i vertici della Cassazione bocciati dal Consiglio di Stato
d Sulle nomine ringrazio p er la tempestività: si assicura operatività a funzioni di rilievo dell’ordinamento giudiziario
Sergio Mattarella
ROMA L’ultimo atto di Sergio Mattarella presidente del Consiglio superiore della magistratura è il sigillo alla ri-nomina del primo presidente e del presidente aggiunto della Corte di cassazione, bocciati dal Consiglio di Stato una settimana fa. A tempo di record l’organo di autogoverno dei giudici ha confermato ai propri posti Pietro Curzio e Margherita Cassano, la cui precedente nomina di luglio 2020 era stata annullata lo scorso 14 febbraio; una decisione criticata fuori e dentro il Csm (3 voti contrari e 3 astenuti, a fronte di 19 favorevoli), ma avallata dal presidente della Repubblica.
«Ringrazio per la tempestività con cui la commissione ha formulato le proposte e con cui il plenum ha assunto le decisioni relative, assicurando la piena operatività dell’esercizio delle funzioni di rilievo per l’ordinamento giudiziario», dice Mattarella esplicitando il significato della sua presenza. Sui candidati prescelti ribadisce l’elogio fatto a Curzio un anno e mezzo fa, e di Cassano sottolinea «la fiducia che ispira la sua lunga attività in magistratura».
Infine il congedo dal Consiglio guidato negli ultimi tre anni e mezzo, ennesima conferma di quanto Mattarella ritenga necessario un ricambio al Quirinale: «Questa occasione imprevista mi offre la possibilità di ripetere, a distanza di pochi giorni, al Consiglio e a ciascuno dei suoi componenti gli auguri più intensi per l’attività che svolgerà nei prossimi mesi con la presidenza del nuovo capo dello Stato». Il vicepresidente David Ermini lo ringrazia per essere stato «esempio di etica istituzionale e fermo sostegno nei frangenti più amari», compreso quello che si chiude con questo voto: lo scontro con la giustizia amministrativa che aveva decapitato l vertice della Cassazione, giudicando illegittime le nomine.
Dentro lo stesso Csm si tende a ridurre tutto a una «fisiologica dinamica istituzionale», ma è difficile negare il conflitto proprio tenendo conto delle ragioni di chi, in tempi rapidissimi, ha voluto riproporre gli stessi candidati respinti dal Consiglio di Stato. A differenza che in altre occasioni (da ultimo la designazione del procuratore di Roma), il Csm insiste anche a difesa della propria sfera di autonomia e indipendenza nella scelta dei capi degli uffici giudiziari: il «controllo di legittimità» da parte della giustizia amministrativa non può sfociare in un giudizio di merito, e nel merito è lecito che l’organo di autogoverno riproponga i concorrenti bocciati, motivando la decisione tenendo conto dei rilievi del giudice amministrativo.
«Altrimenti si finisce per mettere a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, che è sotto attacco in
Siamo riconoscenti al capo dello Stato, esempio di etica e di fermo sostegno nei frangenti più amari
David Ermini
tutta Europa», chiarisce Alberto Maria Benedetti, consigliere laico targato Cinque stelle. «E di fronte a profili così alti per incarichi così alti le nostre decisioni sono inevitabilmente discrezionali», insiste Alessandra Dal Moro a nome della sinistra giudiziaria di Area, a cui aderisce Curzio.
Una rivendicazione di ruolo e di autodeterminazione del Csm con il placet del presidente della Repubblica, che però registra voci dissonanti al proprio interno. Soprattutto per i tempi rapidissimi della risposta, dovuta alla sovrapposizione di date: oggi la solenne cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario sarà officiata proprio dal presidente Curzio, e la conferma immediata serviva a consolidarlo nel pieno delle sue funzioni. «Ma così diamo l’impressione di voler eludere la decisine del giudice amministrativo», accusa il consigliere indipendente Sebastiano Ardita, che si esprime contro la proposta insieme al collega Nino Di Matteo e al laico di derivazione leghista Stefano Cavanna, unico astenuto nel voto unanime a favore di Curcio e Cassano a luglio 2020: «Si ripropongono le stesse motivazioni in forme diverse dopo una discussione di appena quattro giorni».
Per le stesse ragioni si astengono i tre togati di Unità per la costituzione, la corrente «centrista» a cui fa capo Angelo Spirito, il concorrente che aveva vinto il ricorso al Consiglio di Stato e che potrebbe ripresentarlo ora. «Siamo ritornati per lunghe ore di lavoro su questioni già affrontate approfonditamente in passato», ribatte la consigliera Loredana Miccichè per conto di Magistratura indipendente, il gruppo a cui appartiene Cassano.
Come di consueto Mattarella non partecipa al voto, ma a favore delle ri-nomine si esprime il suo vice Ermini che, superato anche questo difficile tornante, auspica «riforme indifferibili e irrinunciabili» per un Csm fin che appare troppo provato.