Vaccini, passo avanti del governo Indennizzi per chi subisce danni
La norma voluta dalla Lega nel decreto ristori oggi in Consiglio dei ministri Scuola, 15 mila firme per cambiare i protocolli. In arrivo i fondi per le Ffp2
ROMA Il governo ha deciso. Salvo colpi di scena, nel decreto ristori che sarà varato oggi, saranno previsti indennizzi per risarcire eventuali danni da vaccino. Sarebbe una vittoria della Lega. Ma questa presa di posizione potrebbe anche aprire la strada a un obbligo vaccinale generalizzato, bandiera del Pd.
Sul tavolo del Consiglio dei ministri inizialmente previsto per ieri, ci saranno diverse questioni relative alla pandemia. Quella degli indennizzi per le conseguenze più gravi del vaccino (infermità, menomazioni permanenti) prevista nella bozza, è una sorpresa. Rappresenterebbe l’accoglimento dell’ordine del giorno, presentato dai salviniani e approvato anche dal resto della maggioranza in Senato pochi giorni fa.
Dovrebbe vedere la luce oggi, poi, il Dpcm che stabilisce in quali attività commerciali e uffici si potrà accedere senza green pass base (quello che si ottiene anche con il tampone) dal primo febbraio. L’obbligo, infatti, riguarderà tutte le attività a eccezione di quelle che soddisfano bisogni essenziali: quindi sicuramente alimentari e supermercati, farmacie e parafarmacie, negozi di ottica, di prodotti per animali, rivendite di carburante e chioschi di giornali. Si discute se inserire nella lista delle deroghe le tabaccherie. E su come regolarsi per i servizi essenziali e urgenti di uffici come le questure (presentare una denuncia lo è, ritirare il passaporto no) o banche e poste. Oggi i dubbi dovrebbero essere sciolti.
Se il contagio rallenta, la scuola, alle prese con la dad e le difficoltà pratiche per il rientro in classe, ne sopporta parte del peso. Ha raccolto quindicimila firme in pochi giorni la petizione dei genitori al ministro della Salute, Roberto Speranza, con cui si chiede di «modificare immediatamente il protocollo che, nelle scuole primarie, non distingue tra vaccinati e guariti, da un lato, e non vaccinati, dall’altro, discriminando di fatto» chi ha optato per l’immunizzazione. Il governo dovrebbe affrontare il tema con due interventi già oggi: uno stanziamento diretto alle scuole per fornire agli studenti di medie e superiori le mascherine Ffp2 indispensabili per ridurre le quarantene dei vaccinati, inoltre potrebbe essere cancellato l’obbligo di tampone per tornare a scuola.
A sperare, per effetto dell’appiattimento della curva, in una rimodulazione del sistema delle fasce di colore sono i presidenti di Regione. Nessuna decisione, però, dovrebbe essere assunta oggi. Quando, invece, potrebbe essere deciso il passaggio in zona arancione, da lunedì, per Piemonte, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia.
«Ci aspettiamo che la settimana prossima la discussione in corso con il governo porti a misure che hanno più il senso della realtà», attacca il presidente della Toscana, Eugenio Giani. Per i governatori la fotografia dell’epidemia non deve basarsi più sui positivi, numerosissimi con Omicron, ma sui sintomatici. Anche per snellire le procedure di uscita dalle quarantene.
Dalla Valle d’Aosta, già in arancione, il presidente Erik Lavévaz che si è appellato a Speranza per una misurazione più flessibile del tasso di occupazione negli ospedali, rassicura: «I dati migliorano, non rischiamo la zona rossa».