COVID E SANGUE, QUESTE BUFALE NON FANNO RIDERE
No, non è solo una pittoresca protesta. Sotto la pandemia sanitaria s’è diffusa ormai da tempo una seconda epidemia: quella della menzogna, che ha contagiato una parte minoritaria ma non così piccola della nostra popolazione, spingendola a negare l’ovvia funzione salvavita dei vaccini e spesso l’esistenza stessa del Covid. Le affermazioni di questa fazione, assai chiassosa sui social, sono così lunari da essere sovente derubricate a folclore. Come maschere di una commedia dell’arte minore appaiono del resto i suoi campioni, dal pugile suonato al vecchio comico in disarmo, dal luminare bollito all’arcivescovo sanfedista. E tuttavia non c’è nulla di folcloristico nell’impatto che questa narrazione demenziale sta avendo sugli italiani più fragili e deboli, sulle nostre corsie d’ospedale e sugli ammalati più bisognosi d’attenzione. Per chi ne volesse ulteriore testimonianza, vale la pena di riportare la segnalazione di una nostra lettrice romana, la cui sorella soffre di una grave patologia al midollo e ha di conseguenza necessità di trasfusioni periodiche. Avendo già sperimentato la scarsità di sangue in costanza di pandemia (per effetto di quarantene e contagi), questa famiglia, come quelle peraltro di tanti bambini malati di leucemia, deve ora fronteggiare l’effetto di bufale così devastanti da avere spinto l’Avis (la benemerita Associazione volontari italiani del sangue) a postare martedì un comunicato sul proprio sito: «Sangue coagulato e donatori non vaccinati, Avis dice basta alle fake news». Secondo gli untori di bugie il sangue dei vaccinati coagulerebbe, quello dei non vaccinati sarebbe «più sicuro», gli emocomponenti di chi ha ricevuto la terza dose sarebbero di «scarsa qualità», sicché l’associazione richiederebbe «solo sangue di chi non è in possesso di green pass». Il presidente nazionale, Giampietro Briola, è stato costretto a smentire «bugie e leggende» ricordando quanto sia importante «assicurare scorte di sangue e plasma» per consentire l’attività degli ospedali senza rinviare terapie e interventi salvavita. La lettrice romana spiega che queste fake arrecano «un danno aggiuntivo enorme in situazioni già critiche»: a un post della Protezione civile che invitava a donare sangue, qualche… spirito ribelle ha aggiunto il commento «niente libertà niente sangue». No, non è più tempo di sorridere o di strizzare l’occhio a stravaganze che iniziano ad avere conseguenze delinquenziali. Se i picchiatelli e chi li strumentalizza escono dalla commedia dell’arte per consegnare loro stessi, noi e i nostri cari a una pièce inconsapevolmente tragica, la parte maggioritaria e responsabile degli italiani deve trovare il modo di fermare la rappresentazione.