Corriere della Sera

LE VERE CAPITALI EUROPEE SONO LE MEDIE CITTÀ COME MILANO

- Caro Carlo,

Caro Aldo,

lei sostiene in sostanza che ormai non solo si è fatta l’Europa, ma si sono fatti pure gli europei. Un popolo però ha bisogno di una lingua, e di una capitale. Qual è la lingua europea? Quale la capitale?

Carlo Saporito, Milano

La questione è ben posta. In effetti la lingua franca degli europei appartiene a un popolo che dall’Unione europea si è chiamato fuori: gli inglesi. Se ci fu un sentimento ingannevol­e, fu la gioia che colse anche molti tra voi lettori quando, sia pure di misura, prevalse la Brexit. È vero che con il Regno Unito sarebbe stato più difficile varare il Recovery plan; ma pensate a cosa abbiamo perso, al soft power di Londra, all’immenso potere immaterial­e legato all’antica capitale dell’Impero: non solo la lingua e la letteratur­a, ma la musica, il teatro, l’influenza culturale, il peso finanziari­o, il fascino della città più cosmopolit­a e meno razzista e segregata del mondo (cui bisognereb­be aggiungere l’arma atomica e il know-how dell’unico esercito europeo, a parte ovviamente quello russo, disposto davvero a combattere). Senza Londra, l’Europa non ha una vera e propria capitale. Bruxelles fu scelta perché non era né tedesca né francese, ma era in mezzo ai due grandi Paesi e contaminat­a da entrambe le culture, quella di Carlo V (che vi risiedette) e quella di Francesco I (che tentò di conquistar­la). Ma Bruxelles sta all’Europa come Bonn — definita da John le Carré «grande un terzo del cimitero di Chicago, ma molto più triste» — stava alla Germania federale. Parigi non è Londra, e non solo perché è più piccola: Londra non è più una città inglese (anche per questo ha votato in massa per restare nell’Ue, mentre il resto del Paese ha scelto di andarsene), mentre Parigi, per quanto piena di immigrati e di stranieri, resta una città francese. Berlino è affascinan­te ma un po’ decentrata verso Est, come Madrid lo è verso Ovest. Di Roma non parliamo per carità di patria. Il bello è che l’identità dell’Europa è plurale; proprio come le sue città. Si pensi a come il continente sia arricchito dalle piccole patrie, dall’Irlanda alla Lituania, dal Portogallo alla Grecia, che a volte — come la Catalogna e in genere la cultura occitana dalla Lunigiana a Valencia — non coincidono con uno Stato. Così l’Europa è fatta di medie città belle e dinamiche, ognuna delle quali custodisce un tassello della sua identità, da Tolosa la «ville rose» a Monaco di Baviera mezza copiata da Firenze, da Danzica — il cui sindaco è un eroe dell’Europa moderna — alla splendida Oporto. E tra queste medie città la perla italiana è Milano.

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