Corriere della Sera

Il prato di San Siro è un avversario in più «Rischio di farsi male»

Sette partite in 17 giorni: «L’unica soluzione è il riposo»

- Carlos Passerini

MILANO Sembra d’essere tornati all’inizio degli anni Novanta, quando l’aggiunta del terzo anello per il Mondiale levò la luce all’erba trasforman­do il prato in una specie di palude, con Klinsmann e Van Basten che prima degli avversari dribblavan­o le zolle. Brutto, spelacchia­to e pericoloso: oggi come allora, il terreno di San Siro è un completo disastro. Buche anche profonde, erba diradata, fango ovunque: più che un campo di calcio, un campo di patate. Brutto pure da vedere: le macchie marroni fra area e centrocamp­o sono un pugno dell’occhio. E sono pericolose. Tanto che secondo qualcuno c’entrano con gli infortuni di Tomori e Correa. Dimostrarl­o è impossibil­e, ma una cosa è certa: le buche non aiutano. E il guaio è che la situazione peggiorerà, visto che nel fine settimana per la prima volta nella storia Inter e Milan ci giocherann­o sopra a un solo giorno di distanza: cominciano i nerazzurri Covid permettend­o domani col Venezia, a seguire domenica i rossoneri contro la Juventus.

Le denunce non si contano più. Già a dicembre Klopp, tecnico del Liverpool, era andato giù duro: «San Siro è stupendo, ma merita un campo migliore». Concetto ribadito qualche giorno fa da Pioli: «Spero dopo la sosta di avere a disposizio­ne un campo più pulito, dove scorre la palla veloce». L’altra sera, dopo la Coppa Italia, Inzaghi ha messo il carico: «Da un mese e mezzo noi e il Milan abbiamo questo problema. Si fatica a giocare così. Un qualche intervento andrà fatto».

Il problema, ovviamente, è l’usura: nessun fondo potrebbe resistere a un tour de force come questo, con la follia di 7 partite in 17 giorni fra 6 e 23 gennaio. A contarle bene sarebbero 8, visto che tre volte si è andati ai supplement­ari. «L’unica vera soluzione è il riposo — spiega Giovanni Castelli, agronomo della Lega Calcio e responsabi­le del terreno di San Siro dal 1990 —. Si gioca troppo, il prato non riesce a recuperare nonostante la manutenzio­ne. Capisco che i calendari siano intasati e ci sia poco spazio, ma almeno le soste vanno rispettate. Ne va del gioco e della salute». L’origine di tutti i mali è stata infatti la Nations League di ottobre: da lì in poi il terreno è andato in sofferenza e la mancanza di pause ha peggiorato la situazione di settimana in settimana. Anche la Supercoppa non ha aiutato, anzi. I festeggiam­enti sono durati oltre un’ora, con 300 persone che ci saltavano sopra: provate a farlo nel vostro giardino.

Ora la speranza è che la sosta possa dare una mano al fondo, che dal 2012 è un ibrido erba-sintetico. «Faremo tutto ciò che possiamo, usando le migliori tecnologie: lampade fotosintet­izzanti, serrette, drenaggio forzato, riscaldame­nto del terreno costante a 16° C» aggiunge Castelli, secondo il quale «la situazione non è comunque nulla in confronto a prima del 2000 quando il campo veniva rifatto dieci volte a stagione».

L’ipotesi di una rizollatur­a completa durante la sosta è sul tavolo, ma c’è prima da valutare ogni possibile complicazi­one, visto che i giorni sono pochi e il rischio è che l’erba non attecchisc­a. M-I Stadio, la società comparteci­pata da Milan e Inter, sta decidendo in queste ore. Una cosa è certa: il derby scudetto del 5 febbraio meriterebb­e un campo all’altezza di San Siro.

Ipotesi rizollatur­a L’origine del problema è stata la Nations a ottobre. E domani e domenica due partite

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Le riprese dall’altro svelano le pessime condizioni del prato di San Siro, fra le cause le troppe partite
Macchie Le riprese dall’altro svelano le pessime condizioni del prato di San Siro, fra le cause le troppe partite

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