«Stanno diminuendo le persone infettabili Ma non lascerei liberi i positivi asintomatici»
Abrignani: quarantene, occorre cautela
Tutti si chiedono: siamo arrivati in cima alla montagna dei contagi? «Ci siamo messi alle spalle il periodo tra 20 dicembre e 15 gennaio in cui i casi sono cresciuti in modo esponenziale — risponde Sergio Abrignani, immunologo dell’università statale di Milano, che non abbandona la cautela —. Ora siamo in un momento in cui i dati delle nuove infezioni sembrano stabilizzarsi perché probabilmente si è creato un equilibrio tra la circolazione del virus e le persone infettabili che, sommando i vaccinati ai guariti, si stanno man mano riducendo. È quella che gli epidemiologi indicano col termine di appiattimento della curva, preludio alla discesa».
Fine delle restrizioni vicina? Inglesi e francesi stanno cominciando a riassaporare il piacere della mancanza di vincoli.
«È questo l’obiettivo. Riconosciamo però che oggi in Italia i vincoli per i vaccinati, muniti di green pass rafforzato, sono molto limitati: obbligo di mascherina, impossibilità di andare in discoteca, ingressi limitati agli eventi sportivi. Solo meno di un anno fa avevamo ristoranti e bar chiusi dalle 6 del pomeriggio, niente palestra e attività ludiche o sociali, coprifuoco notturno».
È arrivato il tempo di rivedere i termini della quarantena?
«In parte è gia stato fatto. Gli individui venuti a contatto con positivi, se asintomatici e vaccinati con ciclo completo, non sono soggetti a quarantena purché indossino mascherina Ffp2 per 10 giorni. I positivi con sintomi sono giustamente in isolamento a casa o in ospedale».
Quindi l’unica revisione potrebbe riguardare i positivi senza sintomi?
«La Gran Bretagna marcia verso una liberalizzazione totale. E noi ce la sentiamo di mandare in giro una persona positiva che, seppure infettata da una variante più benigna, è in grado di contagiare? Non ne sarei certo».
La pandemia è un fenomeno ciclico, procede a ondate successive, intervallate da pause. Lo stesso andamento ha avuto in Italia. La curva adesso sta scendendo, dobbiamo aspettarci che monti ancora?
«Il Sars-CoV-2 come tutti i virus respiratori, ha un’incidenza alta tra metà ottobre e metà aprile, mentre nelle stagione calda si attenua. La pandemia non ha seguito questo schema, in un anno si sono avvicendate quattro varianti. Gli esperti di traiettorie ci dicono che quasi sicuramente Sars-CoV-2 diventerà endemico e quindi ci dobbiamo aspettare la stagionalità. Se rimarrà dominante la variante Omicron, i vaccinati rischieranno di prendere una influenza: non una bazzecola ma niente a che vedere con le conseguenze che rischiano i