L’indice Rt in discesa dopo 12 settimane Altre quattro regioni in zona arancione
I dati dell’Iss confermano che la curva rallenta. Più pressione sui reparti ordinari, meno sulle intensive. Vaccini, 150 milioni per il fondo indennizzi
ROMA Rallenta, dopo 12 settimane di crescita, il contagio che nell’ultimo mese era esploso. Il numero di positivi per 100 mila abitanti, la cosiddetta incidenza, si è stabilizzato a 2011. L’Rt, l’indice di trasmissibilità del virus, dopo un mese di costante aumento, nell’ultima settimana è sceso, passando da 1,56 a 1,31. Il Covid circola un po’ meno in tutte le fasce di età, a eccezione di quella dei neonati e dei bambini fino a 9 anni. Sono tutti segnali della attesa inversione di tendenza. Sebbene, avvertono i tecnici del ministero, l’Italia sia ancora in una «situazione epidemica acuta».
Regioni in arancione
Gli effetti di questo cambio di passo, naturalmente, si vedranno più in là, quando anche gli ospedali inizieranno a svuotarsi. Ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato le ordinanze per cui lunedì altre due regioni, Puglia e Sardegna, lasceranno la zona bianca per la gialla, e quattro, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Piemonte e Sicilia raggiungeranno la Valle d’Aosta in zona arancione. Sono ancora sette le regioni a rischio alto (Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria, Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto).
E sorvegliato speciale resta il tasso di occupazione degli ospedali da cui dipende il passaggio da una fascia di colore all’altra. Nei reparti ordinari i malati di Covid sono il 31,6%, oltre duemila in più della settimana precedente (27,1%). Nelle terapie intensive, invece, sono un po’ meno: dal 17,5% di sette giorni fa si è passati al 17,3%. «L’impegno degli ospedali è ancora molto significativo», ha spiegato nella consueta sintesi del monitoraggio, Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss.
Il bollettino quotidiano
Per veder calare i numeri dei ricoverati per Covid serve tempo, la curva deve continuare a scendere, senza colpi di coda. Il bollettino quotidiano per ora conferma la tendenza. I nuovi positivi comunicati ieri sono stati 179.106, cioè quasi diecimila in meno del giorno prima. Ma un iniziale miglioramento si apprezza anche confrontando il dato con quello di sette giorni prima: i contagi rilevati erano stati circa settemila di più e anche il tasso di positività era appena più alto (16,4% allora, 16% ieri). Sono ancora tanti, invece, i morti: 373, 121 dei quali nella sola Lombardia. Ma anche questo dato inizia pian piano a scendere.
Brusaferro, illustrando i dati, accenna a una nota di ottimismo. «Dopo 12 settimane di crescita continua dell’epidemia, la curva sta rallentando». Ma avverte: «Le stime risentono di possibili variazioni legate alle difficoltà delle Regioni di caricare i loro dati su base settimanale».
Le mosse del governo
Nella giornata di ieri il governo ha disposto due stanziamenti indirizzati alla lotta contro il Covid. Quello, annunciato dal Corriere, di 150 milioni di euro per indennizzare chi riporti danni gravi dal vaccino, provvedimento fortemente sostenuto dalla Lega. E un altro di 400 milioni diretti alle Regioni per sostenerne gli sforzi straordinari in materia di assistenza e di vaccinazione.
Vaccino e Omicron
Nell’ultima settimana sono state 4,2 milioni le dosi complessive somministrate, oltre 600 mila in media al giorno, comunica il commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo. Tanti (3,4 milioni) i richiami. Ma il numero comprende anche 117 mila prime dosi a ultracinquantenni. Un quarto dei 5-11 enni, poi, ha già iniziato il ciclo. Il vaccino resta una protezione fondamentale dalla malattia grave. I dati raccolti dai Centers for disease control degli Stati Uniti indicano che le dosi booster di Pfizer e Moderna sono efficaci al 90% contro i ricoveri dovuti alla variante Omicron, capace di aggirare la risposta immunitaria dell’organismo. Omicron che, segnala l’ospedale Spallanzani di Roma, è passata dal 35% dei casi monitorati a fine dicembre all’80% dell’ultima settimana.