Tra Usa e Russia è stallo sull’Ucraina Ma la diplomazia guadagna tempo
Lavrov e Blinken trattano a Ginevra: «Incontro franco». Possibile un vertice Biden-Putin
Nella crisi ucraina c’è ancora una chance per la diplomazia. Stati Uniti e Russia cercano di allentare la tensione, aprendo la strada a nuovi negoziati e forse anche a un nuovo vertice tra Joseph Biden e Vladimir Putin. Ma il rischio che la situazione sfugga di mano rimane altissimo: Mosca, che ha già 100 mila soldati al confine con l’Ucraina, continua gli spostamenti di truppe verso la Bielorussia, poco più a Nord, sia pure definendoli esercitazioni. Mentre Washington autorizza i Paesi baltici a inviare missili antiaerei e antitank alle forze di Kiev, per rafforzarne le capacità difensive. Inoltre, l’amministrazione ha approvato nuovi aiuti militari all’Ucraina per 200 milioni di dollari.
Dal vertice di Ginevra tra il segretario di Stato americano Tony Blinken e il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov, emerge la reciproca volontà di tenere sotto controllo le frizioni e di dare più tempo alla ricerca di una soluzione pacifica. Novanta minuti di colloqui non hanno tuttavia prodotto alcuna svolta né registrato movimenti nelle rispettive posizioni. «Non ci aspettavamo progressi, ma ora cominciamo a capire meglio le richieste reciproche», ha detto Blinken al termine, annunciando anche che Washington fornirà una risposta scritta ai russi entro una settimana e che probabilmente dopo potrebbe esserci un nuovo incontro con Lavrov.
Ma non c’è stata alcuna indicazione che gli Usa siano pronti a muoversi dal rifiuto
Non ci aspettavamo progressi, ma ora cominciamo a capire le richieste reciproche. La Russia ha due scelte: la de-escalation o costi molto pesanti Antony Blinken segretario di Stato americano
fin qui opposto alle garanzie di sicurezza chieste da Mosca, che vorrebbe un impegno a non far mai entrare l’Ucraina nella Nato, una riduzione dell’aiuto militare americano a Kiev e il ritiro delle truppe dell’Alleanza atlantica stazionate nei Paesi dell’Europa centrale e orientale, come Bulgaria, Romania e Polonia. «La Russia ha due scelte», ha più tardi scritto Blinken su Twitter. «La diplomazia e la de-escalation, o costi molto pesanti». Il segretario di Stato ha anche annunciato che gli Stati Uniti sono aperti a un eventuale nuovo summit tra i due presidenti Biden e Putin, a condizione che sia «utile e produttivo». Lavrov ha parlato di «incontro franco, utile e costruttivo», precisando di aver ribadito all’inviato americano che «la Russia non intende attaccare l’Ucraina» e «non ha mai minacciato il popolo ucraino». Ma il capo della diplomazia del Cremlino ha detto di «non sapere se siamo sulla strada giusta o meno»: «Lo capiremo quando avremo letto le risposte scritte degli americani a tutte le nostre proposte».
Non è chiaro chi possa beneficiare di più dal nuovo margine di tempo ritagliato per la diplomazia. Per gli Stati Uniti significa in ogni caso continuare il lavoro di coordinamento e compattamento degli alleati occidentali, per nulla concordi sul genere e la severità delle eventuali ritorsioni, oltre a poter mettere a punto opzioni di risposta a eventuali azioni russe, sia in termini di sanzioni che di ulteriore sostegno militare a Kiev. Ma per Putin, un nuovo round di colloqui e sforzi diplomatici in buona fede può essere l’alibi finale prima di lanciare un’operazione militare, qualunque essa sia. Nel frattempo, il leader del Cremlino può anche affinare e potenziare il suo dispositivo sul terreno.
Blinken era arrivato a Ginevra al termine di un tour diplomatico, che lo ha visto prima a Kiev e poi a Berlino, dove ha incontrato i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Gran Bretagna.