Corriere della Sera

Il cardinale Lojudice «Gli abusi in Italia? La verità è un bene»

- di Gian Guido Vecchi

Che succede ora in italia?

«La Chiesa non ha mai rinunciato alla ricerca della verità e oggi più che mai è impegnata in una riflession­e corale perché questi abusi non si compiano mai più e far emergere tutto il sommerso, restituire alla storia la verità delle sue azioni e porre riparo».

Il cardinale Paolo Lojudice, 57 anni, arcivescov­o di Siena, è uno degli uomini più vicini e affini a papa Francesco.

Eminenza, molti episcopati europei hanno commission­ato ricerche sugli abusi. Ne avete parlato tra vescovi italiani, accadrà da noi?

«Da parte nostra non c’è stata ancora nessuna decisione. Certo ne parleremo, può essere si faccia, che la verità venga sempre a galla è un principio assoluto. Però bisogna pensarla bene, c’è sempre

la possibilit­à che ne venga fuori qualcosa di distorto».

In che senso?

«Non è detto che queste ricerche fotografin­o la realtà.

Non lo dico per spostare l’attenzione dal clero: è accaduto, bisogna saperlo. Però c’è il rischio che, invece di aiutare a risolvere il problema, le ricerche focalizzat­e solo sulla Chiesa finiscano almeno in parte per nasconderl­o. Tutti gli studi mostrano che la maggior parte delle violenze, purtroppo, avviene nella società civile, in famiglia».

Lei ha contribuit­o ad avviare l’Osservator­io per i diritti dei minori «Fonte d’Ismaele» e nella sua diocesi ha creato la commission­e «Spam» contro gli abusi. Com’è la situazione in Italia?

«In tutte le diocesi sono state costituite commission­i di esperti, sollecitat­e dal Papa. Gli episcopati sono colpiti dall’estensione del fenomeno abusi e della sua ricaduta sociale e tutti sono ugualmente impegnati perché l’abuso non avvenga più e soprattutt­o perché si faccia luce».

Un rapporto anche in Italia? Può essere, ma c’è il rischio che ne esca qualcosa di distorto

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