Telemarketing selvaggio Scatta il blocco alle telefonate
Basta alle continue telefonate di promozione, spesso in orari improbabili, sul cellulare e sull’utenza fissa: il governo ha varato l’aggiornamento del «Registro delle opposizioni» al telemarketing che, nato quattro anni fa, non aveva però funzionato. Questo perché dal blocco erano esclusi i telefonini. Adesso, con il testo modificato e la possibilità data al consumatore di chiedere il «niet» anche per le chiamate all’utenza mobile, si potrà fermare questo continuo stillicidio telefonico. «Sono soddisfatto — afferma il ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti — perché abbiamo approvato un’altra riforma molto attesa dai cittadini che hanno il diritto di vedere tutelata la loro privacy da attività promozionali invasive». Si tratta, spiegano al Mise annunciando anche una campagna di informazione, di un servizio pubblico e gratuito per tutti i cittadini che una volta iscritti negli elenchi del registro non potranno più essere contattati dall’operatore di telemarketing, a meno che quest’ultimo non abbia
ottenuto uno specifico consenso all’utilizzo dei dati successivamente alla data di iscrizione oppure nell’ambito di un contratto in essere o cessato da non più di trenta giorni. «Mi sono impegnata — spiega la sottosegretaria al Mise Anna Ascani — affinché il nuovo schema di regolamento estendesse il “registro pubblico delle opposizioni” a tutte le numerazioni nazionali e ai cellulari, tutelando il cittadino dalle chiamate indesiderate». Il possibile «no» sarà esteso anche alle comunicazioni pubblicitarie via posta cartacea. Il provvedimento diventerà operativo con decreto del Presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Poco convinte appaiono però le associazioni consumatori. «È da 4 anni esatti, ossia dall’approvazione della legge dedicata alla materia, che attendiamo il nuovo Registro —spiega per l’Unc Massimiliano Dona —. Un tempo inaccettabile. E c’è da capire quando ci si potrà materialmente iscrivere al nuovo Registro». Scettico anche il responsabile del settore «privacy» del Codacons Gianluca Di Ascenzo: «Vigileremo su come le società si adegueranno alle nuove disposizioni».