«Sul caso Onorato nessun favoritismo Siamo parte lesa»
L’inchiesta di Milano e la difesa di Casaleggio
MILANO «Nessun nostro cliente ha mai avuto dei favoritismi politici grazie a me. È un fatto incontestabile, non un’opinione». Davide Casaleggio torna a parlare e si difende. Prima le indagini sul caso Moby, poi le indiscrezioni sullo stato finanziario di Casaleggio Associati hanno spinto l’ex stratega dei Cinque Stelle a intervenire. Nell’inchiesta che vede coinvolti Beppe Grillo e Vincenzo Onorato «soci o dipendenti non sono indagati, come d’altronde riportato nelle carte del decreto», dice Casaleggio.
Nei giorni scorsi gli uffici della società sono stati perquisiti. L’imprenditore sostiene in lungo post su Facebook: «Sono stati ovviamente acquisiti dati e informazioni presenti in azienda perché frutto delle attività previste nel contratto di consulenza di comunicazione e strategie digitali regolarmente sottoscritto tra due società. Alcuni giornali riportano che è stata acquisita una “mole importante di materiali” perché in effetti tali sono state le attività messe in campo per il cliente».
Nel 2018 Moby strinse un accordo per un compenso teorico fino a 600.000 euro ma di 250.000 nel primo anno in caso di obiettivo raggiunto per la «stesura di un piano strategico e la gestione di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo sulla limitazione dei benefici fiscali del Registro Internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari». Casaleggio precisa: «Questo lavoro, non essendo stato pagato dal cliente per diversi mesi, ha causato la sospensione delle attività e l’applicazione di penali».
L’imprenditore sostiene che «Casaleggio Associati è parte lesa in quanto oggi i crediti ai quali dovrebbe accedere sono, invece, oggetto di un concordato di continuità di Moby che sostanzialmente ha portato allo stralcio quasi totale del credito vantato causando così una condizione di forte tensione finanziaria per la nostra società».
Casaleggio contesta poi «un ossessivo e costante discredito mediatico di tale portata senza alcuna base oggettivo» verso la sua società. E aggiunge: «Servirebbe il sen
so della misura». L’imprenditore, però, al tempo stesso conferma anche la fase difficile che la sua società sta attraversando, con le voci di una possibile messa in liquidazione. «Casaleggio Associati, come molte Pmi, ha attraversato un momento di difficoltà negli ultimi due anni di pandemia, in particolare per la situazione creditizia di alcuni dei suoi clienti», spiega. E racconta che — anche per via della «volontà di riorganizzare le modalità di lavoro in un’ottica di smart working» — è stata presa la decisione «di ridimensionare gli spazi fisici lavorativi e cambiare ufficio».
La sede di quasi 450 metri quadrati — inaugurata prima delle Politiche del 2018 nel centro di Milano — è ora in affitto a 7.833 euro al mese, a cui vanno aggiunti 14 mila euro di spese condominiali annue. L’ufficio dispone di un open bar illuminato, un giardino esterno, due sale riunioni (una dotata di biliardino, nell’altra campeggia la copertina di Wired dedicata al fondatore Gianroberto Casaleggio).
«Il 2022 sarà un anno di cambiamenti», conclude sibillino l’imprenditore. Tra i commenti spunta Alessandro Di Battista, che i rumors di palazzo danno da mesi in procinto di dare vita a una nuova forza politica proprio con Casaleggio. L’ex esponente dei Cinque Stelle esprime solidarietà: «Coraggio, amico mio», scrive.