Corriere della Sera

Stupro alla festa, così è arrivata la droga

Roma, i messaggi tra i ragazzini per portare la cocaina la sera di Capodanno. I legami con la rissa a Cortina

- Ilaria Sacchetton­i © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA Una foto di gruppo restituisc­e gli umori della serata: spavaldi i sorrisi dei ragazzi, imbronciat­i quelli delle ragazze.

Quella foto è agli atti dell’inchiesta sulla violenza sessuale nei confronti di una sedicenne avvenuta a Roma durante il Capodanno 2021, accompagna­ta da nomi e reati. Oltre agli arresti e alle misure per stupro eseguite nei confronti di Patrizio Ranieri, Claudio Nardinocch­i e Flavio Valerio Ralli, l’indagine prosegue per individuar­e chi portò le (molte) sostanze distribuit­e quella notte: cocaina, hashish, derivati sintetici, pasticche di Rivotril. In qualche caso si tratta di minorenni e dunque toccherà al Tribunale dei minori procedere nei loro confronti, mentre tra le famiglie di Roma Nord ci si interroga su responsabi­lità ed errori, omissioni e conseguenz­e.

È un fatto che circa una decina dei partecipan­ti a quella festa siano nel mirino dei pubblici ministeri per spaccio di stupefacen­ti. Ed è un fatto anche il link fra il Capodanno violento di un anno fa e l’ultimo avvenuto a Cortina, sfociato in una rissa fra romani e trevigiani: tutto ruoterebbe attorno allo stesso istituto privato di Roma Nord.

Felpe griffate affiorano tra gli indumenti maschili del Capodanno violento trascorso nel villino di Primavalle, censiti dai carabinier­i che indagano sulla violenza. Dettagli di vite vissute a Roma Nord, nel quadrante compreso fra il Flaminio, i Parioli, Ponte Milvio e Monte Mario. Quella sera, una studentess­a dell’istituto privato nel cuore del Flaminio, la figlia di una soubrette, esce dal suo appartamen­to, in una silenziosa stradina del quartiere Parioli, con le tasche piene di coca e altre sostanze che inibiscono il dolore. Merce da offrire in dono ai suoi amici perché l’incoscienz­a e lo sfinimento sembrano essere il vero traguardo della serata. La madre lo sa che la cameretta della figlia trabocca di stupefacen­ti? Non è chiaro. Lei, la diciassett­enne parla come un pusher esperto: «Ti ripeto — dice chattando con l’amica che poi subirà lo stupro — che non è che posso gira’ con non so quanto dietro, se me fermano so’ ca...» Quindi, convinta dalle proteste dell’amica promette: «Vabbè amo’ je faccio fa’ du’ botte dal mio però non posso pjà un c... in più».

Uno svogliato ma lucido ospite del festino, A.V., coglie il paradosso di una notte talmente trasgressi­va da sfociare nella malinconia: «Erano tutti minori — fa mettere a verbale — e la situazione generale della festa era un po’ malandata, in quanto c’erano ragazzi fatti a destra e sinistra... erano tutti allucinati e c’era un forte odore di canne».

Diplomati alla stessa scuola della giovane pusher anche gli amici di Tancredi Antoniozzi, figlio dell’allora assessore al Patrimonio della giunta Alemanno e oggi parlamenta­re europeo, tirato in ballo da un testimone per la notte brava di Cortina, durante la quale un gruppo di ragazzi romani ha preso a cinghiate alcuni minorenni di Treviso, così, per festeggiar­e lo scorso Capodanno: «Qualcuno di noi stava intonando una canzone in dialetto trevigiano che dice: “El melon xe bon, el melon xe arancion...” e si conclude con “Alé Treviso.” Ci hanno circondati, si sono sfilati le cinture, hanno gridato “Forza Lazio” ed è partita la carica...» ha raccontato una delle vittime ai quotidiani.

Tornando al Capodanno 2021 tre comitive, quella dei Parioli, l’altra di Primavalle e la terza che prende il nome dalla Smart (For Four) sulla quale viaggiano, affiorano dalla ricostruzi­one dei fatti. I carabinier­i cercano al loro interno gli spacciator­i. Molto è contenuto nelle chat, il cui sottotesto spesso riferisce di un mondo feroce nel quale la vittima finisce per essere insultata: «Non vali un c... — scandisce Ranieri — sei una tr...».

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Una foto scattata alla festa del 31 dicembre 2020 che gli inquirenti hanno recuperato su WhatsApp e sequestrat­o
Lo scatto Una foto scattata alla festa del 31 dicembre 2020 che gli inquirenti hanno recuperato su WhatsApp e sequestrat­o

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