I profumi della Costiera con Paestum, Amalfi e una tappa a Ercolano
Immersa nella rigogliosa dolcezza primaverile, attende luminosa la Costiera amalfitana, meta del Viaggio del Corriere (dal 6 al 10 aprile) tra il golfo di Salerno e il Cilento. È il richiamo di luoghi dalla storia millenaria, incastonati tra le bellezze naturali esaltate anche da pellicole cinematografiche storiche (Paisà, 1946) e più recenti (Il talento di Mr. Ripley, 1999).
Salerno, dopo un viaggio in treno, accoglierà per prima i visitatori nel suo scenario medievale, tra la mole del castello di Arechi e il Duomo, a cui si aggiunge il Giardino della Minerva, l’eccezionale orto botanico realizzato all’inizio del XIV secolo. In serata sarà Vietri sul Mare, dimora panoramica per tutti i giorni del viaggio, ad ospitare i lettoriviaggiatori nel suo abbraccio collinare su cui si inerpica per lasciarsi baciare dal sole partenopeo, tante volte dipinto sulle sue note ceramiche policrome. Il secondo giorno rotta verso il Cilento, a visitare un’azienda agricola biologica e gustare la regina dei prodotti caseari: la mozzarella di bufala. Pomeriggio dedicato a Paestum, l’area archeologica tra le più incontaminate, testimonianza architettonica pressoché intatta della Magna Grecia, una delle colonie più floride dell’Italia meridionale, la cui grandezza ancora si staglia sui resti del tempio di Poseidone.
Il terzo giorno è dedicato ad Amalfi, bianco scrigno ricco di capolavori artistici che fronteggiano il mare, e a Ravello, borgo ornato da ville signorili protette da giardini lussureggianti. Tra tutte Villa Rufolo, offerta agli sguardi dei viaggiatori tra le fronde romantiche delle sue piante odorose. Il giorno a seguire passeggiata nel centro di Vietri sul Mare e visita a un laboratorio artigianale, dove da secoli si fabbricano ceramiche artistiche e mattonelle da rivestimento murario, eredità di una tradizione che risale almeno al VII-VI secolo a.C., poi Cava dei Tirreni, antica città che custodisce tesori della religiosità come l’Abbazia benedettina della SS. Trinità, e naturalmente Positano, arroccata tra le verdi rocce che lungo la costa lasciano spazio al districarsi di strade e vicoli, suggestive vetrine di colori e pittoresche custodie di vita. Di fronte, le «Sirenuse», quattro isolotti emersi dalla distesa azzurra, salutano come braccia tese il tramontare del sole.
Per finire, non potremo allontanarci da questi luoghi d’incanto senza aver visto Ercolano, come Pompei ma più di Pompei per l’alto stato di conservazione, racconto di un tempo di cui miracolosamente sono rimasti intatti segni tangibili e straordinari, oggetti, manufatti d’uso quotidiano, perfettamente conservati, recuperati dagli scavi affinché il visitatore possa immergersi nella storia, attratto dall’evocazione dettagliata della sua quotidianità. Il ritorno a casa, da Napoli, ci vedrà appagati da un bagaglio nuovo di soleggiate atmosfere indimenticabili.