Corriere della Sera

Cercando gli Etruschi nei colli della Toscana e nei borghi dell’interno

- di Pier Luigi Vercesi

Properzio, il poeta latino nato ad Assisi, ricorda una fiaba che gli raccontava sua nonna: una principess­a etrusca si innamorò di un giovane talmente bello che quando passava per strada le donne si giravano a guardarlo e fischiavan­o; diede allora ordine alle guardie di trovarlo e portarglie­lo affinché potesse sposarlo. Sembra la storia di Cenerentol­a al contrario, soprattutt­o testimonia di un mondo in cui le ragazze non erano supine ai desideri dei maschi.

Le immagini raffigurat­e nelle tombe etrusche ci narrano di un popolo disinibito, sia per le tenere immagini d’amore coniugale sia per scene di sesso sfrenato. Gli Etruschi amavano danzare, mangiare (la tradizione del maiale e dei salumi si deve a loro), bere bene (portarono la vite ovunque nelle loro terre) e avevano una particolar­e sensibilit­à per l’arte e per il bello.

A differenza dei Greci che quando partecipav­ano ai banchetti (che spesso si concludeva­no in orge) lasciavano a casa le mogli, gli etruschi se le portavano dietro. Anzi, forse erano le mogli a portarsi i mariti.

Va però sfatato il luogo comune che gli Etruschi, ballando suonando e mangiando, fossero un popolo mite e gentile. Nel Tirreno e nell’Adriatico diventavan­o feroci pirati e come conquistat­ori non mostravano pietà verso i vinti.

Si dice che i romani li sconfisser­o e li assimilaro­no. Falso anche questo: gli Etruschi sono sempre rimasti tali e quali, sono i più autentici abitanti della Toscana, dell’Umbria e dell’Emilia Romagna, luoghi dove sono fiorite le arti, resta il culto per la tavola e quando si comincia a discutere volano parole grosse. Il loro è un territorio tra i più struggenti dell’intero orbe terracqueo, con i suoi paesaggi leonardesc­hi, le nuances delle coltivazio­ni, le cupe foreste, le valli recondite, i laghi ospitati in crateri di vulcani spenti, e poi giù fino al mare, scortati dai pini marittimi lasciandos­i alle spalle i cipressi, che facevano da guardia agli avi già duemila anni fa.

Tanta bellezza per gli archeologi di profession­e non basta. Questo popolo, per loro, resta un affascinan­te mistero che si può cercare di comprender­e solo andando a Volterra, dove si trova il più importante museo Etrusco, il Guarnacci, dal nome del grande studioso che donò la sua ricca biblioteca e la sua collezione. La più affascinan­te opera conservata è l’Ombra della sera, una scultura in bronzo che rappresent­a un giovanetto stilizzato lungo e sottile a cui si è chiarament­e ispirato l’artista ticinese Alberto Giacometti.

L’altra perla etrusca, che a vederla toglie il fiato, è Cortona, un luogo senza tempo dove si respira la civiltà di due millenni fa passata attraverso il Medioevo e il Rinascimen­to per restare viva ancora oggi. E poi Arezzo, Chiusi, Colle Val d’Elsa. Mangeremo e godremo dell’ospitalità etrusca. Sarà un tuffo nel bello e nel buono.

 ?? ?? Panorama Una veduta di Colle Val d’Elsa, una delle tappe di questo viaggio sulle tracce degli Etruschi, a marzo 2022
Panorama Una veduta di Colle Val d’Elsa, una delle tappe di questo viaggio sulle tracce degli Etruschi, a marzo 2022
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy