SE JEFF BEZOS ALLUNGA LE NOSTRE VITE
Questi due anni di pandemia, col numero spaventoso di decessi che si avvia a raggiungere i 6 milioni, hanno sbattuto la morte in faccia a un mondo che voleva dimenticarsela. Eppure siamo figli di civiltà antichissime, che hanno saputo costruire riti, culti, tradizioni sull’esito finale. Per millenni ci siamo consolati con un aldilà, solo negli ultimi decenni l’aldiquà ha preso il sopravvento, spazzando via dalle nostre immagini non solo la morte, ma la vecchiaia, il declino inevitabile.
Ecco, inevitabile è un aggettivo che Jeff Bezos proprio non sopporta. Il miliardario americano che con Amazon ha stravolto le nostre abitudini di acquisto (dimostrando alle poste di tutto il mondo che sì, i pacchi possono anche arrivare), non si è accontentato della nostra povera Terra. Sapete che importanti progetti spaziali privati portano il suo nome. Non si è accontentato di guadagnare molto più di uno Stato, 81 miliardi solo durante questa pandemia, quanto basterebbe per tre dosi di vaccino a tutti i terrestri. No, ora ha deciso di investire 3 miliardi in una nuova azienda che si occupa di «lotta contro l’invecchiamento» e «rigenerazione cellulare». Vuole prolungare la vita almeno di 50 anni, tanto per cominciare. Per non deludere il suo entusiasmo sarebbe bene che i suoi consiglieri non gli dicessero che l’immortalità è un mito inseguito dai Sumeri in poi, passando per Platone, scansando Frankenstein e atterrando sul Ritratto di Dorian Gray. Magari sarebbe interessante sapere cosa vuole fare degli ipotetici risultati di una ricerca così ricca. Un milionesimo di quei fondi basterebbe a rilanciare indagini su malattie rare che pochi sostengono. Contiamo che Bezos l’eventuale ricetta contro l’invecchiamento la metterebbe a disposizione dell’umanità cocciuta, che si ostina a invecchiare. Siamo tutti con lui, l’uomo dalle possibilità infinite, perché anche noi pensiamo che la morte sia una insopportabile seccatura.