Tim, il consiglio sceglie Labriola Al ceo voto unanime e deleghe piene
Rossi: valorizzerà il ruolo del gruppo nel Paese. Il manager: coesione da parte di tutti
Il consiglio di Tim ha sciolto le riserve scegliendo Pietro Labriola come nuovo amministratore delegato del gruppo. La nomina è avvenuta all’unanimità al termine di un percorso che aveva portato la società di cacciatori di teste Spencer Stuart a individuare tre nomi per l’incarico. Quello di Labriola, già ceo di Tim Brasil, direttore generale di Tim e capoazienda da novembre in seguito alle dimissioni di Luigi Gubitosi, era in cima alla lista ed era anche la scelta più logica visto che il manager lavora nel gruppo da oltre 20 anni ricoprendo sempre posizioni di vertice. Insieme alla piena fiducia del consiglio, il manager ha ricevuto anche pieni poteri. Labriola avrà tutte le deleghe operative e gestionali, mentre il presidente Salvatore Rossi manterrà quelle per la comunicazione relativa al lavoro sulla proposta presentata da Kkr a novembre per un’Opa sul 100% di Tim. Il fondo Usa ha chiesto di effettuare preventivamente una due diligence, ma al momento non ha ancora avuto risposta. Gli advisor incaricati di valutare la proposta stanno lavorando ed è possibile che al consiglio di Tim in programma mercoledì prossimo ci sia un’informativa.
«La nomina di Pietro Labriola ad amministratore delegato del gruppo Tim è per me e per l’intero consiglio motivo di grande soddisfazione», ha commentato Rossi, «grazie alla competenza e all’attenzione ai risultati che lo caratterizzano — ha aggiunto il presidente in una nota diffusa al termine del consiglio — , il nuovo ceo saprà accompagnare Tim nel suo percorso di sviluppo, valorizzando il ruolo decisivo che il nostro gruppo deve avere nella crescita economica, digitale e sociale del Paese». Labriola, 52 anni, pugliese di Altamura, ha costruito tutta la sua carriera nelle telecomunicazioni partendo dalla sede di Milano di France Telecom, per passare a Cable&Wireless Italia come responsabile marketing, quindi in Infostrada nel team guidato da Riccardo Ruggiero, con cui nel 2001 approderà in Tim.
Il manager lascerà il consiglio e le deleghe da ceo di Tim Brasil per dedicarsi a tempo pieno al nuovo incarico a Roma, dove gli è richiesto il massimo impegno. «Sono molto onorato di assumere questo incarico, essendo legato all’azienda da oltre 20 anni —, ha dichiarato Labriola dopo la nomina —. Il mio obiettivo è far esprimere all’intero gruppo il suo potenziale, valorizzando gli asset nell’interesse di tutti gli azionisti. Le sfide e le opportunità che abbiamo davanti richiedono coesione da parte di tutti gli stakeholder. Sono grato per la fiducia che il consiglio mi sta dando. Ringrazio i colleghi brasiliani per i risultati brillanti che abbiamo raggiunto insieme e i colleghi italiani per quello che faremo».
Martedì scorso Labriola ha illustrato i suoi piani al consiglio in un incontro informale dal quale si è capito chiaramente che la strada che ha davanti non è per nulla semplice. Spacchettare Tim e mettere in due società separate la parte servizi e l’infrastruttura richiede tempo e grande attenzione nella definizione del perimetro, soprattutto dal punto di vista organizzativo e finanziario. E’ di tutta evidenza che la società della rete, la cosidetta NetCo, contenendo un’infrastruttura che a tendere potrebbe diventare l’unica in fibra ottica, ha il vantaggio di un modello di business stabile con entrate fisse e prevedibili. Ben diverso da quello della società che conterrebbe i servizi, ServiceCo, che opererebbe in un mercato iper competitivo come è quello dei media e dei servizi digitali.
Mercoledì prossimo il nuovo amministratore delegato discuterà ufficialmente con il board le linee guida del nuovo piano strategico, che dovrà essere pronto per il 2 marzo. Non c’è molto tempo. E non c’è solo la rete. Labriola dovrà infatti definire innanzitutto una strategia per recuperare ricavi e margini in tempi rapidi. Anche per dare una scossa ai titoli Tim che a Piazza Affari continuano ad andare giù.
Federico De Rosa