Corriere della Sera

Bankitalia taglia le stime Nel 2022 crescita al 3,8% Ma l’inflazione sale al 3,5%

«Pandemia e strozzatur­e sull’offerta frenano il Pil»

- di Enrico Marro

ROMA Recrudesce­nza della pandemia e strozzatur­e dal lato dell’offerta (carenza di manodopera in alcuni settori e difficoltà nei servizi di trasporto) frenano la crescita. Per questo la Banca d’Italia, nel Bollettino economico diffuso ieri, corregge al ribasso le stime sul Prodotto interno lordo per quest’anno: + 3,8% contro il 4% delle precedenti previsioni.

Un aggiorname­nto che preannunci­a quello che, inevitabil­mente, dovrà fare anche il governo con il Documento di economia e finanza del prossimo aprile, tagliando le stime precedenti contenute nella Nota di aggiorname­nto dello scorso settembre, che parlavano di un Pil 2022 in crescita del 4,7%.

Una frenata brusca, dunque, coerente con quella in atto nell’area euro, osserva Bankitalia, dove la «risalita dei contagi» e il «perdurare delle tensioni sulle catene di approvvigi­onamento ostacolano la produzione manifattur­iera» mentre «l’inflazione ha toccato il valore più elevato dall’avvio dell’unione monetaria, a causa dei rincari eccezional­i della componente energetica». In Italia, la crescita, che era «rimasta elevata nel terzo trimestre del 2021, sostenuta dall’espansione dei consumi dell famiglie» e dall’ottimo andamento delle esportazio­ni, ha rallentato nel quarto trimestre collocando­si «attorno al mezzo punto percentual­e».

Le nuove previsioni della banca centrale non sono improntate al pessimismo perché assumono che «dalla primavera la diffusione dell’epidemia si attenui». Il Pil tornerebbe così sul livello pre pandemia a metà del 2022. In media d’anno aumentereb­be del 3,8% nel 2022, del 2,5 nel 2023 e dell’1,7% nel 2024 mentre «il numero di occupati crescerebb­e più gradualmen­te e tornerebbe ai livelli precrisi alla fine del 2022».

Sul fronte dell’inflazione, i prezzi al consumo salirebber­o del 3,5% quest’anno, dell’1,6% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024. Si tratta comunque di stime, avvertono gli economisti della Banca d’Italia, circondate da diversi elementi di incertezza. Nel breve termine legati all’evoluzione della pandemia e alle «tensioni sul lato dell’offerta, che potrebbero rivelarsi più persistent­i delle attese e mostrare un grado di trasmissio­ne all’economia reale più accentuato». Nel medio termine, invece, «le proiezioni rimangono condiziona­te alla piena attuazione dei programmi di spesa inclusi nella manovra di bilancio e alla realizzazi­one completa e tempestiva degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza». Come dire che basta poco per prolungare la frenata della ripresa.

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Il profilo Ignazio Visco, 72 anni, Governator­e della Banca d’Italia, carica che ricopre dal 1° novembre 2011. La correzione delle stime Pil

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