Il sogno americano di Serena Brancale la voce del jazz che piace a Quincy Jones
Un occhio al sud Italia e l’altro all’America: Serena Brancale, cantante soul-jazz pugliese che si è fatta conoscere tra le nuove proposte di Sanremo nel 2015, torna a farsi sentire con la sua versione di «Je so pazzo» di Pino Daniele, in duetto con il bassista e compositore Richard Bona. All’orizzonte, però, c’è anche una collaborazione con Quincy Jones che si è detto interessato a produrre almeno un suo brano e le ha mandato un video pieno di complimenti, descrivendola come «una cantante incredibile» e dandole il benvenuto «in famiglia»: «Ha ascoltato il mio nuovo album “Je so accussì”, che uscirà a febbraio, ed è stato entusiasta. Quando mi ha spedito quel video non ho dormito. Appena sarà possibile andrò in America per incontrarlo, la cosa più bella è che tutto sia nato con un passaparola sano», si emoziona Brancale, 32 anni.
La sua musica è finita nelle mani del leggendario musicista e produttore americano, 88 anni, proprio grazie a Bona che lei ha coinvolto nell’omaggio a Pino Daniele appena uscito: «Ho preso coraggio e l’ho invitato a essere ospite nel brano, dove canta e non suona il basso, scoprendo, tra l’altro, che lui e Pino avrebbero dovuto fare un tour insieme».
Il duetto è il preludio di un album in cui la cantante mescola cover di Daniele e brani originali, in una «formula più pop rispetto al passato che però mi rispecchia nelle influenze jazz», dice. Nell’album c’è un sound internazionale, ma ci sono anche due brani in dialetto barese «per non perdere la mia terra» e, in generale, «c’è molto sud», anticipa la cantante. Tra gli ospiti, oltre a Bona, anche Ghemon: entrambi saranno con Brancale stasera al Blue Note di Milano per il doppio concerto con cui presenterà interamente il disco. Il titolo, «Je so accussì», mescola barese e napoletano: «Non voglio fare la finta napoletana, il mio è un omaggio a Pino alla mia maniera. So che è un rischio, ma i napoletani mi vogliono bene».