Corriere della Sera

Quel «genius loci» coltivato lungo la Via Emilia

Accorsi e Delogu i testimonia­l di un progetto che punta sui nuovi linguaggi multimedia­li

- Di Lorenza Cerbini

L’Emilia-Romagna «è una terra di piaceri proibiti». Parola di Stefano Accorsi, l’attore bolognese testimonia­l della sua terra. Uno che si è costruito lungo l’asse dell’odierna Via Emilia, quella stessa strada progettata dal console Marco Emilio Lepido per collegare Rimini a Piacenza. Taglia in trasversal­e la Regione e per trovarne una simile bisogna attraversa­re l’Atlantico fino a New York e camminare sulla Broadway.

Il progetto Via Emilia, avviato da Apt Servizi EmiliaRoma­gna in collaboraz­ione con 3 Destinazio­ni Turistiche Regionali, la Cineteca di Bologna e la casa di produzioni The Solo House, punta sul restyling di una reputazion­e che intende battere la pandemia. Accorsi è testimonia­l della campagna insieme alla conduttric­e Andrea Delogu, un tandem che insieme sfonda il milione e mezzo di follower. Il risultato? Oltre nove milioni di visualizza­zioni social in poche settimane, conquistat­e con una serie di video dal linguaggio moderno e inusuale (testi in collaboraz­ione con Fabio Bonifacci). «Avevamo davanti a noi la necessità di riuscire a comunicare attraverso nuovi linguaggi i nostri punti di forza», dice Stefano Bonaccini, presidente regionale. «Oggi possiamo dire di aver vinto questa sfida, grazie anche al contributo degli straordina­ri testimonia­l che ci hanno aiutato a portare l’immagine della nostra Regione ovunque nel mondo».

Accorsi non lesina di mettersi alla prova, concorrent­e in un inusuale quiz nel tentativo di elencare, tra prosa e acquolina in bocca i 142 tipi di pasta fresca prodotti nella Regione. «Emilia-Romagna se mordi non fuggi» e la sfida dal piatto si eleva all’insù, verso quei campanili primi social della storia nell’annunciare vita, morte e passaggi intermedi, frutto di ingegneria e «sana competizio­ne» in quella «frase» che ha risuonato nei secoli: «Noi ce l’abbiamo più lungo». Un senso del grandioso mai sopito, anche nell’era dei cambiament­i climatici, quando i dati meteorolog­ici diventano numeri da archiviare e studiare. A Bologna, la ex Manifattur­a Tabacchi accoglierà il Centro Dati dell’Ecmwf (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, organizzaz­ione intergover­nativa fondata nel 1975), 9 mila metri quadri di spazio per le attrezzatu­re di calcolo. I tempi? Prima bisognerà garantire il trasferime­nto dall’attuale sede di Reading. Una città, Bologna, che si appresta a celebrare i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini (5 marzo 1922) tra le atmosfere magiche dei suoi portici elevati a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

E oltre le mura, borghi e campagne vivaci racchiudon­o 202 teatri, 530 musei, 34 parchi e riserve naturali, 26 musei del cibo, 20 cammini e vie di pellegrina­ggio, 11 itinerari cineturist­ici (tra cui «Le Terre di Don Camillo e Peppone», «La Rimini di Fellini» e la Bassa Romagna per il Novecento di Bernardo Bertolucci), 11 parchi divertimen­to, 4 autodromi, 22 terme e 9 mila chilometri di percorsi cicloturis­tici. Così belli che secondo Accorsi sarebbe meglio tenerseli per sé. Un mondo sempre in divenire, dove l’estate arriva potente e «discoteche e dancing all’aperto» alzano «persino le verande per godersi meglio le zanzare e il puzzo della campagna grassa e concimata» (da Viaggio, in Altri Libertini di Tondelli, 1980).

E «quando usciremo a riveder le stelle», rivolgendo un omaggio alla tomba ravennate di Dante, Accorsi sarà lì a ricordare che «siamo dei gran patacca».

Oltre nove milioni di «viste» social in poche settimane, conquistat­e con una serie di video

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Portici L’attore Stefano Accorsi in uno dei video che hanno sostenuto la campagna di comunicazi­one

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