Corriere della Sera

Partita doppia

Tanti gli incroci tra tecnica ed economia, rossoneri e bianconeri un duello infinito Milan-Juve è la sfida dei rinnovi di contratto Dybala deve dare dei segnali ad Arrivabene Gara chiave per Romagnoli, la voglia di Ibra

- Di Carlos Passerini e Paolo Tomaselli

Il venerdì prima di MilanJuven­tus, importante per la rincorsa al Napoli (poi campione) nel febbraio 1987, il bomber Pietro Paolo Virdis esce «molto deluso» dalla sede milanista, perché le discussion­i sul rinnovo di contratto con Adriano Galliani sono andate male. Il giocatore vuole un triennale, la società offre un anno ed è «un atto di sfiducia che mi ferisce», sibila l’attaccante. Il barone Liedholm la prende a modo suo, cioé con ironia e visione complessiv­a: «Anche Gorbaciov e Reagan nelle conferenze di pace partono sempre da posizioni distanti, poi però riescono a trovare un accordo...». Virdis scarica la sua rabbia la domenica a San Siro, pareggiand­o la rete iniziale di Serena. Ma alla fine l’accordo sarà annuale, come vuole il Milan.

Se ieri ci fosse stato un giocatore nella sede delle due società avrebbe postato sui social una foto e un emoticon con la faccia contrariat­a: tutto è filtrato, ovattato, tranne gli ingaggi, lontani anni luce da quelli degli anni Ottanta. Eppure i protagonis­ti in scadenza di contratto che domani possono lasciare il segno sulla grande classica (con l’arbitro Orsato assente per Covid, sostituito da Di Bello) sono davvero tanti e fondamenta­li: da Ibra a Dybala, da Cuadrado a Kessie (impegnato in Coppa d’Africa), passando per Bernardesc­hi e Romagnoli. Gente che ha qualcosa da dimostrare, anche se Dybala una settimana fa ha detto l’esatto contrario, dopo aver fatto la faccia dura guardando verso la tribuna, dove sedeva l’a.d. Arrivabene. È proprio l’argentino il più atteso al varco: perché la Juve deve vincere per dare una svolta alla sua rincorsa al quarto posto e perché il suo numero 10 deve tornare a fare la differenza nelle grandi sfide, con continuità, dato che chiede un sostanzios­o aumento (fino a 12 milioni coi bonus) e un prolungame­nto quinquenna­le. La Juve sarebbe più propensa a un triennale e a febbraio si discuterà anche di questo. Intanto, Dybala prende atto dell’interesse dell’Inter e segna. Lo stesso fa Cuadrado, persino Bernardesc­hi si è sbloccato dopo un’eternità e De Sciglio ha deciso la sfida con la Roma: tenere i giocatori sulla corda, senza spezzarla, tutto sommato non sembra sbagliato.

Il dossier più delicato al quarto piano di Casa Milan riguarda Kessie. Troppo ampia la distanza fra domanda (8 milioni) e offerta (6), tant’è che il sostituto per l’anno prossimo c’è già: Adli del Bordeaux. Per giugno si valuta (saggiament­e) anche di richiamare Pobega, in prestito secco al Torino. L’ivoriano,

corteggiat­o dal Tottenham di Conte, un favore al Diavolo l’ha fatto: ha eliminato dalla Coppa d’Africa l’algerino Bennacer, che domani sarà almeno in panchina.

Situazione diversa per il quarantenn­e Ibrahimovi­c, che deciderà il suo futuro non prima di marzo: dovesse qualificar­si con la Svezia al Mondiale resterà in rossonero un’altra stagione, visto che in Qatar si giocherà a novembre e così potrebbe arrivare in forma con l’ultimo grande ballo della sua infinita carriera. «Voglio giocare il più possibile per non avere il rimpianto di aver potuto continuare ancora» ha detto. Per Romagnoli

la partita di domani sarà invece un esame fondamenta­le: il capitano rossonero vorrebbe restare a Milano, ma il suo attuale ingaggio (6 milioni) è ritenuto troppo elevato dal club, che a novembre aveva offerto un prolungame­nto quadrienna­le con stipendio quasi dimezzato, 3 milioni a stagione più bonus. Ne è seguita una fase di stallo, con la stessa Juve che potrebbe andare sul giocatore.

Dopo aver perso a zero Donnarumma e Calhanoglu, con Kessie che potrebbe fare altrettant­o, il Milan si sta però muovendo per tempo sulle scadenze lunghe: Leao ed Hernandez stanno per prolungare i loro contratti dal 2024 al 2026, con stipendi triplicati per entrambi (da 1,5 a 4 milioni). Mossa assennata: il passato ha insegnato qualcosa. In fin dei conti anche tra Reagan e Gorbaciov non finì con un pareggio.

Orsato dà forfait

L’arbitro Orsato fermato dal Covid, al suo posto a San Siro dirigerà Di Bello

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Alcuni dei talenti del Milan e della Juventus in attesa di sciogliere i dubbi sul proprio futuro. Tra i rossoneri:
1 Zlatan Ibrahimovi­c, 40 anni; 2 Alessio Romagnoli, 27 anni, 3 Franck Kessie, 25 anni. Tra i bianconeri:
4 Juan Cuadrado, 33 anni; 5 Federico Bernardesc­hi, 27 anni; 6 Paulo Dybala, 28 anni (Afp, LaPresse) 2
Posizioni da definire Alcuni dei talenti del Milan e della Juventus in attesa di sciogliere i dubbi sul proprio futuro. Tra i rossoneri: 1 Zlatan Ibrahimovi­c, 40 anni; 2 Alessio Romagnoli, 27 anni, 3 Franck Kessie, 25 anni. Tra i bianconeri: 4 Juan Cuadrado, 33 anni; 5 Federico Bernardesc­hi, 27 anni; 6 Paulo Dybala, 28 anni (Afp, LaPresse) 2
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