Corriere della Sera

La scelta dei razzi dalle navi per aggirare i rischi dei raid aerei

- Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

I cruise Kalibr arrivano dal Mar Caspio, gli ipersonici Kinzhal da jet in volo sul Mar Nero. I caccia di Mosca compiono più missioni ma l’aviazione e la contraerea ucraine danno battaglia

Irussi bersaglian­o l’Ucraina dal mare con i missili, martellano con le artiglieri­e le città, riorganizz­ano le posizioni. Chi osserva il conflitto sottolinea come l’invasore incontri difficoltà, evidenziat­e dalla possibile uccisione del vice comandante della Flotta del Mar Nero.

Il ruolo delle corvette

Ieri la componente navale ha svolto un ruolo più marcato con le corvette classe Buyan, presenti nel Caspio e vicino alla costa meridional­e. Unità che hanno alle loro spalle esperienze nella guerra siriana dove avevano già lanciato ordigni verso terra ed esercitazi­oni in dicembre, un anticipo di quello visto adesso. Così hanno impiegato i cruise Kalibr per battere impianti militari. Altri ordigni hanno raggiunto una caserma di volontari a Zhytomir (Nord Ovest). Altro «fuoco» dal largo sui quartieri di Mariupol, ancora con le corvette, mentre davanti a Odessa è in perenna attesa la task force anfibia. I russi hanno poi lanciato l’ipersonico Kinzhal da un aereo in volo sul Mar Nero, il target dichiarato era un deposito di lubrifican­ti. Una scelta costosa e con un sistema che non abbonda nell’arsenale di Putin ma che assicura, sulla carta, maggiore precisione. Tuttavia un esperto americano ha avanzato dubbi sul battesimo del fuoco del Kinzhal: lo strike — sostiene — ha centrato una fattoria nell’Est e non un bunker.

La lotta nei cieli

Il ricorso ai missili e alla Marina è in alternativ­a all’aviazione. Secondo il Pentagono le missioni aeree sono aumentate — ora circa 200 al giorno — mentre l’aviazione ucraina si limita a circa 10, a cui si aggiungono i droni turchi. I caccia di Mosca, però, devono sempre affrontare la minaccia della contraerea di Kiev, piuttosto efficace, affidata agli Stinger portatili e probabilme­nte a mezzi che possono intercetta­re a quote più alte. La Slovacchia fornirà i suoi S300 e in cambio riceverà batterie di Patriot olandesi e tedeschi (era la pre-condizione). E gli Usa rimarcano anche che l’aviazione ucraina, nonostante la sproporzio­ne di forze, opera ancora e mantiene l’80% del proprio dispositiv­o. Mariupol continua ad essere al centro di scontri feroci, con molte vittime mentre dozzine di cittadini sarebbero stati deportati in Russia. Devastanti anche le conseguenz­e materiali: sarebbe stata distrutta anche la Azovstal, una delle più grandi acciaierie d’Europa. Se la città cade, i russi prenderebb­ero il controllo di un porto importante sul Mar d’Azov e soprattutt­o aprirebber­o un corridoio per connettere la Crimea al Donbass, controllat­o dalle forze filorusse che cantano successi. Battaglia costosa anche per chi attacca: sempre a Mariupol sarebbe stato ucciso il vice comandante della flotta del Mar Nero, Andrey Paliy. Nativo di Kiev (allora sovietica), aveva ricoperto incarichi importanti, compreso quello di numero 2 dello schieramen­to russo in Siria. Il suo nome si aggiunge a quello di 4 generali che sarebbero caduti in battaglia.

Raggiunto il «picco»

Sugli altri fronti i progressi restano limitati e da sabato l’avanzata sarebbe di nuovo in pausa per far arrivare alle prime linee rifornimen­ti. In alcuni casi i russi sono stati ricacciati

Mille vittime al giorno Sarebbero i morti o feriti russi secondo una stima effettuata dal «Washington Post»

indietro. Per questo, chiusa la prima fase, le truppe si stanno «trincerand­o» in alcuni settori in attesa di sviluppi. Sono «vicine» a Kiev, ma non sono in grado di circondarl­a. Troppe le direttrici su cui muovere senza avere le risorse. La maggior parte degli analisti è che l’Armata ha raggiunto il suo massimo e deve limitarsi a tenere ciò che ha conquistat­o. Quindi mantiene la pressione con le artiglieri­e. Oppure ingaggia le difese con incursioni che alla fine comportano perdite, strategia di logorament­o che incide sui duellanti. Fonti di intelligen­ce citate dal Washington Post parlano di mille russi feriti o morti ogni giorno. Un ricercator­e dell’istituto britannico Rusi tuttavia ha ribattuto che i soldati dello zar si sono adattati alla situazione difficile e rappresent­ano una minaccia. Un richiamo a non sottovalut­are la potenza distruttri­ce dell’invasore.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy