«Recitare mi ha salvata»
L’attrice è protagonista di «Noi» con Lino Guanciale Aurora Ruffino, il volto Rai delle serie tv popolari «Cresciuta senza genitori, il dolore fa parte di me»
Aurora Ruffino ha un sorriso gentile e contagioso, reso ancora più speciale dalla sua storia. Attrice sempre più richiesta, ha iniziato la sua carriera con il film La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo. «È stato lui a insistere perché mi trasferissi a Roma, quando ancora non credevo che la recitazione potesse essere il mio mestiere», racconta. In Noi — adattamento della serie This Is Us in onda la domenica su Rai1 — interpreta Rebecca, moglie di Lino Guanciale e mamma degli altri tre protagonisti della fiction. Un’esperienza che si è rivelata tutt’altro che indolore per lei. «Ho quasi 33 anni e un piccolo pensiero sul diventare mamma me lo ero fatta — ammette —. Però, attraversare con il mio personaggio la sofferenza e la fatica che può comportare questa scelta mi aveva portata a distaccarmi dall’idea».
Poi?
«La serie copre un arco temporale di quasi 40 anni: quando mi sono trovata a girare con i miei “figli” diventati bimbi di 10 anni, altrettanto magicamente è riaffiorato il desiderio di diventare mamma: l’amore ha prevalso».
Il dolore l’ha conosciuto da vicino: sua mamma è morta di parto, dando alla luce il suo sesto fratello. E da anni non ha rapporti con suo padre.
«È una cosa che fa parte di me, della mia storia. Quando vivi qualcosa di tanto forte all’inizio cerchi di rifiutare il pensiero. Io e i miei fratelli siamo cresciuti con i miei nonni materni: una famiglia molto numerosa ti permette di distrarti. Le cose sono cambiate la prima volta che sono rimasta sola, quando avevo vent’anni e sono andata a vivere da sola. Lì ho dovuto fare i conti con quel dolore che per tanti anni non avevo avuto la forza di affrontare».
Come ne è uscita?
«La recitazione mi ha aiutata tanto: porta a toccare corde che solitamente sfuggi. Diventa una specie di catarsi. Poi certo, recitare non basta. Credo sia necessario vivere quel tormento, serve fare un passo indietro per riuscire poi ad andare avanti».
Il successo per lei è arrivato con «Braccialetti rossi».
«Un viaggio inaspettato che mi ha coinvolto tantissimo. Capire che si trattava di una storia vera, affrontata con quella leggerezza mi ha cambiata. Interpretavo una ragazza con disturbi alimentari e questo mi ha permesso di comprenderli nel profondo. Non so quante persone mi hanno scritto, dicendo che la nostra serie li aveva aiutati. Con una ragazza che a quei tempi soffriva di anoressia sono diventata amica: è riuscita a guarire e ora sta per diventare mamma. Sono fiera di lei».
L’anoressia, l’amicizia Ai tempi di «Braccialetti rossi» diventai amica di una telespettatrice anoressica: ora è guarita
Cosa le dicono i suoi fratelli del suo lavoro?
«Sono orgogliosi. Specie ora: conoscevano This Is Us e ora sono fan anche del nostro adattamento. La seguivo anche io e pensavo che il ruolo di Rebecca fosse pazzesco. Non potevo crederci quando mi hanno chiamata per il provino e ancora meno quando mi hanno presa».
Cosa ha di speciale questo ruolo?
«L’ho approfondito come mai avevo fatto prima, potendo seguire la sua crescita nel tempo. Mi è sembrato di interpretare quattro donne diverse, per quanto si cambia in ogni fase della vita».
È successo anche a lei? «Della mia infanzia ho ricordi bellissimi, mi sentivo la bambina più fortunata del mondo nel vivere con i nonni e i miei fratelli, specie nelle mie lunghe estati in Calabria. Crescendo ho iniziato ad avvertire i tasselli che mancano: cerchi di capire chi sei, ti fai delle domande. Penso faccia parte di ogni essere umano tentare di riempire il vuoto che tutti noi sentiamo senza sapere da dove venga. Oggi sono di certo più serena».
In «Noi» appare invecchiata: che effetto le ha fatto?
«Per un percorso mio di ricerca interiore sto cercando di non pensare al tempo. Di solito quando lo si fa si è concentrati o sul futuro o sul passato.
Sto cercando di fare pulizia mentale e vivere il presente».
Facciamo una piccola deroga: sogni per il futuro?
«Sono un’appassionata di fantasy, mi piacerebbe tantissimo interpretare una super eroina, di quelle che menano, stile Black Widow. Donne forti, lottatrici. Il genere sta prendendo piede anche da noi, sono fiduciosa».
Nel mentre?
«Amo tantissimo quei film della Rai in cui vengono raccontate grandi donne: Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci... se potessi, mi piacerebbe omaggiare un mio mito, Raffaella Carrà. Magari in un musical».