Corriere della Sera

Il Milan ci crede Adesso tre partite per accelerare

Maignan, inchiesta Figc sui cori razzisti

- Carlos Passerini

Il Milan ci crede. «Voglio lo scudetto», ha detto forte e chiaro ieri Olivier Giroud in un’intervista a Europe1. L’allungo di Cagliari, terzo successo consecutiv­o per 1-0, ha iniettato una dose maxi di entusiasmo, che ora va trasformat­a in carburante per lo sprint di primavera. «Per il primo posto è una corsa a quattro» ha provato a frenare Stefano Pioli sabato notte, ma la verità è che a otto giornate dalla fine il Diavolo ha il destino nelle proprie mani. Il piano scudetto del tecnico rossonero passa da un calendario spaccato in due tranche: serve accelerare nelle prossime tre giornate, facendo il pieno con Bologna, Torino e Genoa, impegni alla portata, per poi provare a gestire il prezioso vantaggio nel delicato segmento finale che prevede invece Lazio, Fiorentina, Verona, Atalanta e Sassuolo, tutte avversarie della fascia sinistra della classifica.

La parola d’ordine, dentro allo spogliatoi­o rossonero, è profilo basso. «Pensiamo solo a noi stessi, diamo il massimo e poi si vedrà» si ripetevano l’un l’altro i giocatori durante il viaggio di ritorno dalla Sardegna. Lo scudetto come un’opportunit­à e non come un’ossessione, il concetto. Il patto del Diavolo si fonda sulla cooperazio­ne — 16 marcatori diversi in campionato, nessuna delle grandi ha fatto meglio — ma anche su una difesa divenuta d’acciaio, nonostante l’assenza pesantissi­ma di Kjaer, con tre partite senza prendere gol. La coppia Kalulu-Tomori

funziona, tanto che il primo ha ormai meritatame­nte soffiato il posto da titolare a capitan Romagnoli, che ha il contratto in scadenza ed è sempre più vicino alla Lazio. A blindare le vittorie ci sono però anche il solito Calabria, un Hernandez sempre più a suo agio anche da marcatore, oltre a un Maignan super. A proposito: la procura federale apre un’inchiesta per i cori razzisti di Cagliari. Vediamo che succede.

«Dobbiamo imparare a chiudere le partite» ha ammesso però Pioli. Vero: è lo step che manca. Il recupero completo di Ibrahimovi­c, in questo senso, può essere decisivo: la sua media gol, uno ogni 115’, è una garanzia. Nello sprint scudetto servirà l’aiuto di tutti.

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(Ansa) Entusiasmo Stefano Pioli, 56 anni

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