Corriere della Sera

Il suo tg accusa Marina: traditrice, prima del blitz ha parlato con gli inglesi Londra: ennesima bugia

- M. Ima.

La demolizion­e di Marina Ovsyanniko­va era cominciata subito. Già il giorno dopo la sua clamorosa irruzione nello studio del telegiorna­le della sera di Pervyj Kanal, il Primo canale della television­e pubblica russa, aveva cominciato a girare l’ipotesi, pare alimentata da alcuni suoi ex colleghi, che si trattasse di una finzione. Una cosiddetta falsa bandiera, concordata per mostrare come il dissenso possa trovare spazio anche dove nessuno se lo aspetta.

La teoria del complotto non stava in piedi, per ragioni evidenti. Allora, ecco arrivare l’accusa di essere un «agente straniero». Ci ha pensato il suo vicedirett­ore Kirill Kleimyonov, con parole al vetriolo. «Prima di fare quel che ha fatto Marina, secondo quanto sappiamo, aveva parlato con l’ambasciata inglese. Chi di voi ha mai fatto colloqui telefonici con una ambasciata straniera? Non con un centro visti ma proprio con un funzionari­o anche se lui, come si dice, era in borghese. Io, ad esempio, non l’ho mai fatto». È chiaro dove sta andando a parare, il superiore della giornalist­a diventata all’improvviso famosa in tutto il mondo. «Non evoco le spie. Ma il tradimento è una scelta personale che non si può prevenire. Dico solo che bisogna dire pane al pane, e basta. Un impeto emotivo è una cosa, il tradimento è ben altra. E quando uno tradisce il suo paese e per giunta tutte le persone con le quali ha lavorato per quasi 20 anni, lo fa a freddo, con un calcolo preciso e per una ricompensa evidenteme­nte concordata». In coda, l’ultimo veleno. «A proposito» dice Kleymonov. «La donna col cartello ha scelto per la sua azione il giorno del pagamento dello stipendio, per non perdere i soldi che le spettavano».

L’accusa è stata riportata dai media russi, anche dal «suo» telegiorna­le di Primo canale. Marina ha risposto subito, parlando con il sito indipenden­te Meduza. E senza fare passi indietro. «La vera patriota sono io. Ho fatto quel che ho fatto solo perché me l’ha ordinato il mio cuore. In Ucraina sono già morti 115 bambini, altri ne continuano a morire. E muoiono pure soldati russi, ragazzini anche loro, come mio figlio. Come madre, non posso evitare di piangere. Ecco l’unica ragione della mia protesta».

La Bbc ha contattato il ministero degli Esteri inglese a Londra. Che ha smentito con una certa durezza di aver mai preso contatto con la giornalist­a. «Si tratta di un’ennesima bugia diffusa dalla macchina della disinforma­zione». In serata, Ovsyanniko­va si è concessa una difesa più personale, venata di amarezza. «Neanche una parola di verità! Neppure una. Mi vergogno di aver lavorato con la persona che sostiene queste cose. Kirill Kleimyonov lo sa benissimo che la decisione è stata mia e solo mia. Come siete miseri, tutti voi. Ma non vi ripugna di vivere nella menzogna?». Lo sfogo è apparso sul canale Telegram della blogger Kseniya Sobchak. È la figlia di Anatolij Sobchak, l’ex sindaco di San Pietroburg­o, scomparso nel 2008. L’uomo che lanciò la carriera politica di Vladimir Putin.

La giornalist­a

«Non vi ripugna vivere nella menzogna? Soltanto il cuore mi ha ordinato di farlo»

 ?? (Afp) ?? Reporter Marina Ovsyanniko­va, 44 anni, lavorava al tg del Primo canale russo
(Afp) Reporter Marina Ovsyanniko­va, 44 anni, lavorava al tg del Primo canale russo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy