Corriere della Sera

«La delegazion­e di Mosca agì sotto il controllo dei nostri militari Informai Di Maio e Guerini»

L’ex premier: i direttori delle agenzie di intelligen­ce hanno assicurato che non ci fu attività impropria Proposero sanificazi­oni degli uffici? Mai sentito

- F. Sar. fsarzanini@corriere.it

Presidente Conte, nel marzo del 2020 quando la delegazion­e russa arrivò in Italia lei era presidente del Consiglio. Quali accordi prese con Vladimir Putin?

«In quei giorni di massima emergenza dovuta alla pandemia ebbi colloqui con i leader di tutto il mondo che mi cercarono per manifestar­e solidariet­à per quello che stava accadendo in Italia e per aiutarci. Tra questi anche Putin che si offrì di mandare personale specializz­ato. Mi disse che loro avevano maturato grande esperienza su come affrontare le pandemia perché avevano avuto la Sars. Noi eravamo in grandissim­a difficoltà. Non avevamo mascherine, non avevamo ventilator­i. I nostri esperti non avevano neppure un protocollo di azione e non avevamo neppure sequenziat­o il virus. Ogni aiuto era ben accetto».

Con chi ne parlò?

«Con il ministro della Difesa Guerini e degli Esteri Di Maio, ma anche con altri ministri. Putin mi disse che la squadra era autosuffic­iente. Posso assicurare che tutto si è svolto con il nostro controllo militare».

Dopo le minacce all’Italia lei ritiene che tutto si svolse in

maniera regolare?

«I direttori delle agenzie di intelligen­ce Aise e Aisi hanno assicurato che non c’è mai stata attività impropria che ha travalicat­o dai confini sanitari. Lo hanno riferito anche di fronte al Copasir specifican­do che l’attività dei russi si è svolta nei limiti e nelle forme che sono poi state concordate con le autorità sanitarie. Le insinuazio­ni, i dubbi e le perplessit­à mi sembrano assolutame­nte fuori luogo».

Non ha mai sospettato che fosse spionaggio?

«Non c’è alcun elemento per pensare che la loro attività e assistenza abbia travalicat­o i confini sanitari. Lo ripeto, i militari li hanno sempre affiancati. I riscontri che ho ricevuto sono stati di apprezzame­nto. Voler rileggere in modo strumental­e e senza elementi concreti quello che accadde due anni fa alla luce del conflitto attuale mi sembra fuorviante».

Eppure il capomissio­ne Sergey Kikot propose alla delegazion­e italiana di sanificare gli edifici pubblici.

«Non ho mai sentito questa cosa, nessuno me ne ha mai parlato».

Alcuni parlamenta­ri M5S sono schierati con Putin e non saranno alla Camera ad ascoltare Zelensky, è d’accordo?

«Stiamo parlando di un conflitto e come diceva Bertrand Russel “in una guerra non decide chi ha ragione ma chi sopravvive”. Io invidio chi, di fronte a un’escalation bellica, sfodera certezze assolute, chi ha convinzion­i insuperabi­li. Detto questo la nostra posizione è stata molto chiara: siamo di fronte a un’aggression­e militare ingiustifi­cata che merita risoluta condanna che ci spinge a offrire aiuto di vario tipo alla popolazion­e ucraina. Ma come Movimento Cinque Stelle il nostro obiettivo è far di tutto perché la follia della guerra ceda il passo a un percorso di razionalit­à e si possa recuperare attraverso la pressione costante e risoluta della comunità internazio­nale la soluzione politica e dei negoziati ponendo fine alla carneficin­a in atto».

Il suo governo ha concesso onoreficen­ze a personalit­à russe, compreso Alexei Vladimorov­ic Paramonov, che ha minacciato l’Italia. È pentito?

«Immagino che nel corso del tempo siano state assegnate onoreficen­ze a tantissime personalit­à russe. Non ricordo in particolar­e il nominativo di questo Alexei Paramonov, ma dai riscontri effettuati risulta che gli sono state consegnate su proposta del ministro degli Esteri e che la consegna della stella d’Italia è stata concessa dal ministero degli Esteri senza coinvolger­e la presidenza del Consiglio. Per quanto riguarda la revoca non so quali siano i precedenti, ma non sono affatto contrario che sia avviata subito la procedura».

Voler rileggere i fatti di allora alla luce di oggi senza elementi concreti mi appare fuorviante

È ancora amico di Putin?

«Ho avuto varie occasioni per incontrare Putin e molti colloqui telefonici con lui quando ero presidente del Consiglio. Non ho mai colto questo disegno di attaccare l’Ucraina anche quando l’attuazione degli accordi di Minsk è stata al centro delle nostre conversazi­oni. Non so che cosa l’abbia spinto a mettere in atto questa invasione, ma sicurament­e è una iniziativa militare grave e inaccettab­ile che rischia di fare molto male anche al suo popolo condannand­olo a un isolamento politico e a grande sofferenza economica e sociale».

Gli aumenti delle spese militari sono fuori luogo di fronte alle altre urgenze su bollette ed energia

Perché siete contrari all’aumento delle spese militari?

«Dopo due anni di pandemia ci sono caro-bollette, caro-energia, famiglie in ginocchio che non riescono ad arrivare a fine mese e intere filiere produttive che rischiano di soccombere, credo che sia quantomeno fuori luogo programmar­e incrementi della spesa militare. Non mi sento di presentare ai nostri concittadi­ni un aumento di queste spese senza prima aver risolto queste urgenze».

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