Tardelli porta Shevchenko all’Onu «Lo sport come modello per la pace»
I due campioni con 3.500 ragazzi al forum dell’Associazione diplomatici
In questi giorni di guerra in cui gli Stati faticano a trovare una voce comune, le Nazioni Unite saranno «invase» pacificamente da 3.500 giovani provenienti da 119 Paesi diversi, che si sono dati appuntamento per il Change the World New York, il forum studentesco organizzato dall’Associazione diplomatici. Marco Tardelli, campione del mondo di calcio nel 1982, uno dei simboli del nostro sport, è anche «goodwill ambassador» dell’iniziativa e quest’anno ha voluto coinvolgere Andriy Shevchenko, il calciatore ucraino più famoso al mondo. «Ci siamo sentiti per telefono — racconta Tardelli —. È un momento durissimo per lui, la mamma e la sorella sono rimaste a Kiev. La sua testimonianza può rappresentare bene i valori dell’associazione, il messaggio che vogliamo ribadire».
I principi dello sport come modello per risolvere i conflitti, un’assemblea di giovani, che per tre giorni proveranno a vestire i ruoli di capi di Stato e ambasciatori, per far capire che può esserci sempre un’alternativa alle armi. «Dovevano esserci anche i ragazzi russi e ucraini, purtroppo non sono potuti partire — spiega Tardelli —. È molto triste, è un mondo molto strano, prima la pandemia, adesso la guerra».
L’Associazione diplomatici è un’organizzazione non governativa che dal 2016 ha ottenuto lo Status consultivo speciale presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. Presieduta da Claudio Corbino, in 20 anni ha preparato oltre 30.000 studenti di tutto il mondo sui temi dell’attualità e delle carriere internazionali, promuovendo i concetti di tolleranza e condivisione attraverso la simulazione dei lavori delle grandi organizzazioni internazionali.
Dopo due anni di stop per la pandemia, il forum di New York (tre giorni di eventi e incontri dal 24 al 26 marzo, ci sarà anche Bill Clinton) sarà inevitabilmente segnato dalla crisi ucraina. «È bello vedere tanti giovani che si impegnano per la democrazia, la pace, e il rispetto degli altri» osserva Tardelli che insieme all’amico Shevchenko sosterrà la forza che può avere lo sport. «Valori come passione, voglia di fare, il non arrendersi mai sono importanti da trasmettere soprattutto alle nuove generazioni — spiega —. Lo sport premia sempre il merito, in campo non si bluffa».
La sfida, anche tra nazioni, si ricompone nel gioco e nel riconoscimento dell’avversario. «Domenica scorsa, al termine della partita di rugby Galles-Italia — aggiunge Tardelli — mi ha colpito il gesto dell’atleta gallese premiato come migliore in campo ma che ha voluto consegnare il premio all’italiano che con la sua giocata ha deciso la partita. È stato commovente, questo è lo sport. È l’idea del Terzo tempo, ci si affronta in campo e poi si va tutti insieme a bere e festeggiare. Ecco, ci vorrebbe un Terzo tempo anche tra gli Stati».