Corriere della Sera

Il suicidio del matematico arrestato «Non tollero più le bombe su Kiev»

Konstantin Olmezov, ucraino, studiava a Mosca Ha tentato due volte di tornare in patria senza riuscirci L’addio su Telegram: il mondo toglie libertà di pensiero

- Di Marco Imarisio

«Se leggete queste parole, significa che quasi di sicuro non scriverò mai più niente». La morte di un matematico ucraino è quasi una nota a margine, nel grande carnaio di questa cosiddetta operazione militare speciale che nei piani del Cremlino doveva durare appena due giorni. E alla fine, non sappiamo poi molto di una persona che ha scelto di non essere più. Ma sulle ragioni che lo hanno indotto a togliersi la vita, non ci sono dubbi. Perché è stato lui a metterle nero su bianco, con tre messaggi su Telegram che hanno il senso di un commiato, di un testamento. «Il mondo deve cercare di correggere gli errori. E non lo fa. Il mondo deve essere fatto di persone che pensano, che provano empatia verso il prossimo, che se ne sentono responsabi­li. E invece non è così. Il mondo dovrebbe ammettere la libertà di pensiero e di scelta. E invece la toglie in continuazi­one».

Konstantin Olmezov aveva 27 anni ancora da compiere. Era ucraino, nato a Donetsk. Nella capitale del Donbass si era laureato all’Università statale. Nel 2018, era stato ammesso agli studi di specializz­azione del Mipt, che fino a pochi giorni fa era considerat­a come una specie di Harvard moscovita. «Mi ero innamorato di una scienza che in Ucraina non era rappresent­ata, la combinator­ia additiva, e ne ero innamorato veramente, ne ero pazzo come si può esserlo con una persona».

I suoi colleghi che lo piangono sui social ne parlano come di una mente dal talento smisurato. Quando non studiava i problemi inversi che sono alla base della scienza della quale era invaghito, Konstantin scriveva poesie. Nei suoi versi, che pubblicava sul suo canale Telegram, ci sono costanti riferiment­i alla luce, come elemento vitale, come «speranza nel futuro». Il buio che l’ha inghiottit­o è cominciato con la guerra, che non uccide solo sul campo di battaglie, ma cambia le traiettori­e dei destini individual­i, pone gli esseri umani davanti a scelte che nessuno dovrebbe mai essere obbligato a fare. «Il 26 febbraio ho provato a lasciare il territorio della Russia, un gesto in parte stupido, nella misura in cui non era pensato bene. Ero intenziona­to a difendere il mio Paese da chi vuole togliergli il semplice diritto ad esistere. Mentre stavo salendo su un bus, sono stato arrestato, per colpa di una persona alla quale avevo raccontato dei miei piani».

La sua detenzione è durata quindici giorni, durante i quali aveva anche ricevuto un invito a proseguire le sue ricerche in una università austriaca. Ma il dolore aveva già cominciato a scavare dentro di lui. «Quando mi hanno arrestato, credevo di aver perso la mia libertà per sempre. Così ho detto chiarament­e a quelli dell’Fsb che mi stavano interrogan­do cosa penso di quel che sta succedendo. In cella ho cominciato a cercare una sola cosa, la morte. Non meno di dieci tentativi. L’unica cosa che mi era rimasta da sognare era di tornare in libertà per avere la possibilit­à per provarci ancora e riuscire a farlo. Perché mi abbiano liberato, non riesco ancora a capirlo».

Forse aveva cambiato idea. Il suo avvocato sostiene che aveva acquistato un biglietto aereo per la Turchia, con l’intenzione di tornare poi in Ucraina. Ma non è riuscito a partire, anche se non viene spiegato perché anche questa seconda fuga non sia andata a buon fine, se per un ripensamen­to o per un controllo in aeroporto. Il 20 marzo, Konstantin Olmezov si è suicidato nel suo appartamen­to alla periferia di Mosca. Le sue ultime parole sono queste che seguono, dedicate ai suoi amici ucraini, e lasciano intraveder­e un animo sensibile, incapace di sopportare questo orrore che chiamiamo guerra. «Mi fa male ogni ordigno che cade nelle strade di Kiev, non riesco più a tollerarlo. Fin dal primo giorno ad oggi sono stato con tutta l’anima con voi, anche se è chiaro che non sono riuscito a salvare nessuno. Sono un assoluto ateo. Non credo nell’inferno, vado nel nulla. Ma questo nulla mi è più caro della realtà nella quale stiamo vivendo».

Fin dall’inizio sono stato con tutta l’anima con voi, amici, anche se non sono riuscito a salvare nessuno. Vado nel nulla, ma questo nulla mi è più caro della realtà che stiamo vivendo

 ?? ?? Scienziato Konstantin Olmezov, matematico ucraino di 26 anni, si è tolto la vita in Russia dopo essere stato arrestato mentre cercava di lasciare il Paese
Scienziato Konstantin Olmezov, matematico ucraino di 26 anni, si è tolto la vita in Russia dopo essere stato arrestato mentre cercava di lasciare il Paese

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy