Tanti nuovi «perché» Torna la bussola di «Dentro la guerra»
Giovedì 24 marzo, a un mese dall’inizio del conflitto, in edicola l’inserto gratuito del Corriere con risposte approfondite alle domande più comuni. Per non assuefarsi al dramma ucraino
Per mettere fine al massacro dei civili l’Ucraina sarà divisa e spartita con Putin? Che fine farà il presidente russo? E noi dovremo razionare il gas, il petrolio e l’elettricità? Giovedì 24 marzo sarà passato un mese dall’inizio dell’invasione, e mentre i missili continuano a piovere sulle città ucraine gli interrogativi aumentano. Cina e Israele sapranno mediare, e a quale prezzo? E che succede se la Russia dichiara la bancarotta? Sapremo difendere i nostri investimenti? Quali aumenti avremo nel carrello della spesa?
A tutte queste domande prova a dare una risposta il secondo inserto speciale «Dentro la guerra», che troverete gratis giovedì insieme al giornale, in cui le firme del Corriere della Sera offrono una bussola per orientarsi in questo momento storico. Trentadue pagine di analisi, prospettive, infografiche, interviste e fotografie per continuare, ha scritto nell’editoriale la vicedirettrice vicaria Barbara Stefanelli, «a ragionare insieme. Perché non smettere di interrogarci significa contrastare lo spaesamento che, dopo lo choc, rischia di chiudere ciascuna e ciascuno di noi nell’angolo dell’impotenza».
Fin dove vuole arrivare Mosca? Che ne sarà dei rari oppositori interni di Putin? Nascerà un esercito europeo? Questi e altri interrogativi servono anche a «respingere letture superficiali», a «non cedere all’assuefazione».
Venticinque firme del Corriere hanno lavorato a questo speciale: inviati, corrispondenti, analisti ed editorialisti come Fiorenza Sarzanini, Daniele Manca, Federico Fubini, Paolo Di Stefano, il vicepresidente esecutivo dell’Ispi Paolo Magri. «Il mondo intero è cambiato. Tenere accese le nostre intelligenze — scrive ancora Barbara Stefanelli — è uno scudo alzato, più potente delle armi che stiamo inviando a Kiev. Riflettere su quello che siamo e vogliamo essere, anche tra i dubbi e la fatica degli schieramenti, è la nostra controffensiva».