Corriere della Sera

DOPO UN MESE SI INTRAVEDE UN PUNTO DI EQUILIBRIO

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Caro Aldo,

c’era una volta la «Cortina di Ferro», il mondo era contrappos­to in due blocchi a seguito degli accordi di Yalta. Da più di 30 anni la Cortina non esiste più, gran parte dei Paesi europei ha scelto la democrazia, abbiamo l’autodeterm­inazione. Una realtà che Putin non sembra tenere in grande consideraz­ione. Ora cercare di trovare una via d’uscita sembra difficile, Putin se tornasse indietro forse vedrebbe incrinato il suo potere. Ma secondo lei, vista la diplomazia che sta lavorando su tutti i fronti, si riuscirà a trovare una strada per la pace? O è solo una utopia?

Marco Nagni Falconara Marittima (An)

Caro Marco,

Una via d’uscita andrà pur trovata. La battaglia di Mariupol conferma che l’Ucraina non può resistere a lungo in campo aperto all’esercito russo; può pensare di logorarlo con l’imboscata e con la guerriglia. E Putin non ha alcun interesse a farsi logorare sine die, senza sapere se e quando finirà. Forse si comincia a intraveder­e un punto di equilibrio, sia pure parziale e instabile. Putin potrebbe accontenta­rsi di conquistar­e la striscia che congiunge la Crimea al Donbass, facendo del mare d’Azov un mare russo, ma lasciando Zelensky al potere. In questo modo entrambi potranno sostenere di aver vinto: Putin aggiungere­bbe al suo immenso Stato un pezzo di Ucraina; Zelensky salverebbe l’indipenden­za della gran parte del suo Paese, oltre che il posto e la pelle. Sarebbe comunque un’ingiustizi­a. E non sarebbe una soluzione, ma un compromess­o: una pace armata, uno stallo non certo indolore — ci sono posti nel Mediterran­eo, dal Kosovo al Libano, dove senza una forza di interposiz­ione internazio­nale le ostilità riprendere­bbero il giorno dopo —, ma preferibil­e alla strage quotidiana cui assistiamo con sgomento.

Se invece Putin non si accontente­rà, e continuerà ad attaccare, nella speranza di ottenere una conquista simbolica — Kiev e Odessa — se non di deporre Zelensky e instaurare un governo fantoccio, allora davvero i tempi si prolungher­ebbero ancora, e potrebbe accadere qualsiasi cosa, a Kiev come a Mosca. Ma nessuna persona raziocinan­te si augurerebb­e uno scenario del genere.

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