Orlando: tavolo permanente su Cig e crisi
Prorogati gli ammortizzatori. L’Istat: allarme su ripresa e inflazione
A quasi un mese dall’invasione russa in Ucraina è ormai evidente l’effetto negativo sulle attività produttive e la ripresa in Italia. A ricordarlo è il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, durante la videoconferenza con le parti sociali per fare il punto sulla riforma degli ammortizzatori sociali, una valutazione, inevitabilmente, condizionata dall’aumento dei costi di energia e dalla carenze di materie prime conseguenti allo scoppio della guerra. «L’incontro di oggi (ieri, ndr) sarebbe stato dedicato a fare il punto sulla prima fase di attuazione della riforma degli ammortizzatori sociali, e ci troviamo ad affrontare uno scenario assolutamente nuovo rispetto alle conseguenze del conflitto in Ucraina». Una premessa, quella di Orlando, seguita dall’illustrazione delle nuove misure in materia di cassa integrazione, varate dal consiglio dei Ministri venerdì scorso. «Abbiamo introdotto ulteriori strumenti che prevedono la possibilità di intervenire laddove ci si trovi di fronte a condizioni di particolare difficoltà legata al costo dell’energia e, accanto a questo, abbiamo — chiarisce il ministro — ribadito la possibilità di accedere alla cassa integrazione legata alla mancanza di materie prime. Abbiamo già previsto un ulteriore periodo di cig di 8 settimane proprio per coloro che avevano esaurito le 13 settimane». Un quadro complessivo che secondo Orlando suggerisce di «considerare il tavolo con le parti sociali convocato in maniera permanente e nel frattempo proseguire con tavoli tecnici». Il ministro ha, inoltre, indicato gli obiettivi in ambito europeo. «Stiamo sostenendo una trattativa perché accanto agli strumenti esistenti se ne possano creare di nuovi a livello comunitario per ripartire il peso delle conseguenze del conflitto perché,
come per le transizioni, lo sforzo è comune, ma gli effetti sono differenziati».
A temere le conseguenze della guerra su Pil e inflazione è il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo. «Si era, a suo tempo, prevista una ripresa importante, si diceva che ad aprile avremmo raggiunto il Pil precedente la caduta derivante dalla pandemia, ma non sarà così. Al momento si ritiene che si possa perdere uno 0,7% in termini di Pil, ma il rischio è che i valori, alla fine, possano diventare anche decisamente più grandi», ha spiegato Blangiardo, intervenendo a Skytg24. Lo scenario sulla corsa del caro vita è altrettanto pessimistico. «L’impennata dei costi energetici ha agito in maniera determinante e si è propagata su tutti gli altri settori, compresi i beni elementari ed il cosiddetto carrello della spesa. Siamo a livelli che, in qualche modo, ci riportano al ‘95», dice il presidente dell’Istat.