Bologna, alla Fiera dei ragazzi lo stand vuoto dell’Ucraina
BOLOGNA Un ritorno in presenza che cerca di lasciarsi alle spalle la pandemia, ma non può eludere la nuova emergenza mondiale, la guerra in Europa. Viene evocato spesso il conflitto in Ucraina, fin dalla inaugurazione della cinquantanovesima edizione della Bologna Children’s Book Fair che si è aperta ieri con 1.070 espositori da 90 Paesi e regioni del mondo, un calendario di 250 eventi e 18 mostre.
Assenti gli editori russi, niente libri ma soltanto tavoli vuoti accolgono i visitatori dello stand dell’Ucraina perché, dice una scritta a tutta parete, «gli ucraini sono in prima linea», mentre all’ingresso dei padiglioni è stata allestita la mostra dedicata ai libri di autori del Paese in guerra selezionati nelle passate edizioni e riproposti in varie traduzioni da editori europei. Un omaggio, come quello che, nel pomeriggio, una delegazione dall’Ucraina promossa da Ong Mediterranea ha portato da Leopoli: uno scatolone con diversi volumi raccolti spontaneamente tra la popolazione e consegnati come gesto di pace e di richiesta di aiuto.
Due spazi nuovi caratterizzano questa edizione della fiera: il Comics Corner, dedicato ai migliori editori internazionali di fumetti e graphic novel; e la prima edizione dal vivo (nata nel 2020, per due anni è stata solo virtuale) di BolognaBook Plus, in collaborazione con Aie-Associazione italiana editori, la nuova estensione fieristica di Bologna Children’s Book Fair rivolta all’editoria generalista.
Ieri è stato assegnato l’IbbyHans Christian Andersen Award, con l’Astrid Lindgren (che viene rivelato oggi) il più prestigioso (e ricco) premio internazionale della letteratura per ragazzi. La francese Marie-Aude Murail è stata selezionata dalla giuria tra i cinque autori candidati, la coreana Suzy Lee ha vinto per gli illustratori. Molto amata anche in Italia («So che i miei lettori gioiranno con me, e soprattutto i giovani
italiani che ho avuto il piacere di incontrare di nuovo, di recente, al Festivaletteratura di Mantova» ha commentato), Murail, tradotta da Giunti, è nata nel 1954 a Le Havre da una famiglia di artisti ed è autrice di oltre cento titoli, tra cui il bestseller Oh Boy sui tre orfani Morlevent, e la serie di Miss Charity in cui la protagonista è una bambina stretta tra le regole della società inglese ottocentesca. La sua scrittura esplora con grande sensibilità e un pizzico di humor temi diversi, dalla politica all’amore, dall’avventura al fantasy.
Se Marie-Aude Murail ha la capacità di creare un legame attraverso le parole, Suzy Lee (Seul 1974) lo fa soltanto con le immagini. La sua è una scelta poetica ed estetica innovativa: i tre silent book che compongono la cosiddetta «trilogia del limite», L’onda, Mirror e Ombra (editi in Italia da Corraini), esplorano, senza parole, il confine tra fantasia e realtà, stabilendo un’intesa profonda con il lettore.