Il delitto del Circeo diventa fiction: colpevoli alla sbarra
«C’è una festa da un amico al mare, venite?», chiedono tre ragazzi galanti aprendo la portiera dell’auto. Ma non c’è nessuna festa. Gli occhi sbarrati di Donatella Colasanti tornano a risvegliare l’abisso di ricordi mai sopiti.
Il massacro del Circeo atto secondo. Dopo il film La scuola cattolica che Stefano Mordini ha tratto dal fluviale romanzo di 1.292 pagine scritto da Edoardo Albinati (presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia), Andrea Molaioli gira per Rai 1 la serie Circeo. È il promontorio romano dove i romani benestanti hanno la casa al mare, e dove tre giovani balordi romani di estrema destra, nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, si accanirono su due ragazze di periferia, stuprandole, torturandole.
Una, Rosaria, morì, l’altra, Donatella, sopravvisse. Hanno il volto di Adalgisa Manfrida e Ambrosia Caldarelli. La nuova serie è in via di ultimazione, se ne parlerà in un incontro al Festival di Bari, al via venerdì.
Qui la chiave narrativa ripercorre le fasi di un processo che fu lo spartiacque dei femminicidi. Un processo che cambiò radicalmente la societerpretato tà italiana dell’epoca, contribuendo alla lotta per i diritti delle donne. A difendere Donatella c’è Teresa Capogrossi (personaggio di fantasia inda Greta Scarano), una donna idealista e appassionata, con una forte sete di giustizia, che aveva lavorato per Tina Lagostena Bassi (interpretata da Pia Lanciotti), l’«avvocatessa delle donne» impegnata in prima fila per la riforma della legge sulla violenza sessuale. Come una sorella maggiore, si prenderà cura di Donatella dimostrando che quel processo può vincerlo, cambiando la legge.
Dal 1975 i processi per stupro non sono più reato contro la morale pubblica ma contro la persona. Donatella diventerà un simbolo del movimento femminista, perché in gioco non c’è solo la volontà di farla pagare a tre aguzzini. I tre giovani criminali, Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, sono sullo sfondo, e Rosaria, la ragazza morta, appare solo nella prima puntata. Protagoniste, Donatella e Teresa. Una riflessione sulla banalità del male in famiglie normali, agiate (sei episodi da 50 minuti, scritti da Flaminia Gressi, Viola Rispoli e Lisa Nur Sultan, prodotti da Cattleya con VIS e in collaborazione con Rai Fiction e Paramount Italia). Ma anche un lungo viaggio verso la giustizia.