IL CAFFÈ Divertirsi un po’
Dopo averlo fermato per strada con una scusa, i due ragazzini hanno messo il coltello alla gola di un coetaneo, lo hanno chiuso nel cofano della sua minicar e, mentre uno abusava di lui, l’altro riprendeva la scena in diretta su Facebook. Utilizzandolo come scudo umano, lo hanno costretto ad accompagnarli a casa sua, in un quartiere di Roma, dove hanno abusato anche della madre, da cui poi si sono fatti cucinare un toast. Infine, hanno preteso che il coetaneo li riportasse in giro con la sua automobilina, senza minimamente considerare che nel frattempo la madre avrebbe dato l’allarme. Quando la polizia li ha fermati, erano persino stupiti di tanto chiasso: «Volevamo solo divertirci un po’». Qualcuno ha sottolineato che erano extracomunitari, qualcun altro che erano minorenni, ma in una hit-parade delle sottolineature metterei al primo posto la mancanza di reazioni emotive. Le nuove bande giovanili sono oltre la banalità del male. Il male non lo percepiscono proprio più. Riprendono l’abuso con il telefonino, come se fosse una bravata qualsiasi. E, invece di scappare dal luogo del misfatto, si attardano a mangiare un toast sotto lo sguardo terrorizzato delle vittime.
A segnalare la deriva dell’adolescenza si corre sempre il rischio di passare per vecchi tromboni: in fondo «Arancia Meccanica» è un film di 50 anni fa. Ma qualcosa deve essere successo a questa generazione di balordi. Non è che non sanno quello che fanno. Lo sanno, ma sembra che non gliene importi più niente di saperlo.