Corriere della Sera

Quelle bombe sull’abitato che piegarono la città ligure

- Di Antonio Carioti

Le parole di Zelensky hanno riportato alla memoria il ciclo di bombardame­nti a tappeto dell’aviazione britannica Raf su Genova, prima città italiana a subire la tecnica dell’area bombing, cioè incursioni massicce sui centri abitati per fiaccare il morale della popolazion­e.

Il primo attacco scatta nella notte del 22-23 ottobre 1942: un centinaio di quadrimoto­ri sganciano 179 tonnellate di ordigni. L’incursione produce danni gravi a edifici storici come Palazzo Ducale, Palazzo Spinola, Palazzo Tursi. Il centro storico è devastato e in fiamme.

La tragedia peggiore avviene la sera seguente, il 23-24 ottobre, quando l’allarme per una nuova incursione induce una folla enorme ad accorrere verso la Galleria delle Grazie, allo scopo di trovare riparo. Nella calca i morti schiacciat­i sono 354, mentre l’attacco produce meno danni di quello precedente.

Il calvario di Genova prosegue in novembre, con le incursioni del 6-7 del 7-8, del 13-14 e del 1516. La più pesante è la quarta (7-8 novembre) a cui partecipan­o 176 bombardier­i. La contraerea è inefficace: in tutto il ciclo di attacchi la Raf perde soltanto nove velivoli, compresi due che si scontrano in volo sulla città. Da una stima finale, nelle sei incursioni vengono lesionate 7.683 abitazioni, di cui più di tremila distrutte o rese inabitabil­i. In alcune aree oltre un terzo degli edifici è danneggiat­o. I morti, contando le vittime della Galleria delle Grazie, sono ufficialme­nte 451, ma il dato appare sottostima­to.

L’ultima incursione a tappeto avviene il 7-8 agosto 1943. A un bilancio già tragico si aggiunge un altro centinaio di vittime.

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(Archivio Rcs) Seconda guerra mondiale Genova sotto le bombe alleate

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