Corriere della Sera

Il portavoce di Putin rievoca l’atomica

Peskov nell’intervista a Christiane Amanpour (Cnn): «Di fronte a una minaccia alla nostra stessa esistenza, l’arma nucleare potrebbe essere utilizzata»

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Spinto insistente­mente da Christiane Amanpour della Cnn, alla fine Dmitrij Peskov, il portavoce del Cremlino, ha ammesso che se fosse attaccata direttamen­te la Russia potrebbe ricorrere per prima a una risposta atomica: «Di fronte a una minaccia alla stessa esistenza del nostro Paese, l’arma nucleare potrebbe essere utilizzata». Non una novità visto che era ben nota la decisione di Vladimir Putin di cambiare nel 2020 la dottrina militare russa, ammettendo, appunto «il primo colpo». Ma certamente, nel bel mezzo dell’Operazione militare speciale, come la chiamano loro, il sentire ripetere questo concetto da uno degli uomini più vicini al Capo fa accapponar­e la pelle. Anche perché studiosi occidental­i da tempo affermano che Mosca sta pensando seriamente anche a un uso limitato o «tattico», come dicono i tecnici, di piccoli ordigni.

Durante l’intervista che ha concesso alla Cnn, Peskov ha ripetuto quello che i russi vanno sostenendo da tempo: le cose procedono esattament­e come previsto, non è vero che il Cremlino pensava di risolvere la questione ucraina in due giorni. Poi le solite interpreta­zioni «fantasiose» di ciò che accade sul terreno: A Mariupol l’esercito ripulisce la città dalle unità nazionalis­te «che usano i civili come scudi umani e uccidono quelli che vogliono andarsene».

Poi, di fronte alla ripetuta domanda di Christiane Amanpour, l’affermazio­ne sull’atomica. «Abbiamo un concetto molto chiaro della sicurezza nazionale».

La nuova Russia nata dopo lo scioglimen­to dell’Urss nel 1991 prevedeva il ricorso al nucleare solo come risposta a un’aggression­e condotta con la stessa arma. Ma poi Putin ha cambiato tutto, visto che la vecchia superiorit­à convenpo zionale delle forze del Patto di Varsavia oggi non c’è più: sul terreno la Nato sbaraglier­ebbe la Russia. Ultimament­e gli strateghi russi hanno anche iniziato a pensare che il paese, se messo alle strette, potrebbe ricorrere al lancio di un singolo dispositiv­o «per mostrare l’intenzione, a scodi de-escalation», come ha spiegato Evgenij Buzhinskij, ex ufficiale dello Stato maggiore.

Ma ci sono anche indicazion­i che Mosca possa pensare di vincere uno scontro atomico limitato al teatro europeo. Per questo avrebbe accumulato un migliaio di ordigni non strategici da lanciare magari con razzi ipersonici che non verrebbero fermati dalle difese europee. E la possibilit­à di un inizio «per errore» non è oggi così remota, secondo esperti americani. Con gran parte del suo esercito bloccata in Ucraina, la Russia potrebbe leggere come una minaccia il rafforzame­nto Nato di questi giorni nei paesi che facevano parte dell’impero sovietico.

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In primo piano il presidente russo Vladimir Putin Sullo sfondo Dmitry Peskov che è portavoce del Cremlino dal maggio del 2012
(Ansa / Pool Shemetov) Chi è In primo piano il presidente russo Vladimir Putin Sullo sfondo Dmitry Peskov che è portavoce del Cremlino dal maggio del 2012

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